Alla vigilia della finale di Cincinnati tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, Vincenzo Santopadre ha analizzato per La Stampa il valore della sfida e lo stato d’animo dei due giocatori. L’ex coach di Matteo Berrettini, oggi guida tecnica di Lorenzo Sonego, ha subito ridimensionato l’aspetto della tensione: “Sinner e Alcaraz ormai la tensione la sentono quasi solo nelle finali Slam, e quella di stasera non lo è. Ma è pur sempre la finale di un grande torneo, importante soprattutto perché la giocano uno contro l’altro, con la possibilità di migliorarsi ancora”. Una rivalità che, secondo Santopadre, spinge entrambi a dare sempre il massimo: “Entrambi odiano perdere, quindi daranno il massimo, ma un minuto dopo il match-point, chiunque vinca, il pensiero di entrambi volerà agli Us Open”. Il torneo dell’Ohio è perciò una conferma di gerarchie consolidate: “Cincinnati del resto è l’ennesima conferma che i più forti, per distacco, restano loro, e come un tempo Federer, Nadal e Djokovic, si stimolano a vicenda”. Santopadre ha poi sottolineato i progressi specifici dei due rivali. “Carlos sta trovando la continuità di rendimento che in passato gli è mancata, Jannik sta migliorando non solo nella gestione tattica, ma anche in quella dei momenti cruciali della partita e delle condizioni di gioco, vedi il caldo di questi giorni in Ohio”. La partita, ha spiegato, servirà anche a valutare il loro percorso di crescita mentale: “Il match di stasera ci offre la possibilità di vedere come i due sfrutteranno questa nuova occasione di aumentare le competenze, anche emotive, che contano al di là della prestanza fisica”.

Una sfida che, secondo Santopadre, parte in equilibrio: “Sul piano mentale partono alla pari. Sinner a Wimbledon aveva il problema di mettere da parte la sconfitta di Parigi, Alcaraz stavolta potrebbe soffrire se già dall’inizio Jannik dovesse prenderlo a pallate”. E a questo punto l’allenatore ha ricordato un episodio recente: “Ricordate lo sfogo durante la finale di Wimbledon? Carlos è un istintivo, certi traumi li subisce meno, ma quel senso di impotenza in fondo, molto in fondo ai pensieri, potrebbe essergli rimasto”. Nessun vantaggio particolare dal terreno di gioco, ma attenzione al format: “Per quanto riguarda la superficie, il cemento non è una variabile importante, mentre il formato al meglio dei tre set favorisce leggermente Alcaraz: credo che partirà subito molto aggressivo, come è nelle sue corde e come nei turni precedenti mi è sembrato allenarsi a fare proprio in vista di questa finale”. Infine, Santopadre ha affrontato il tema del duopolio che domina il circuito: “Vedo infine qualcuno che alza la mano per dire: non ci annoieremo di vedere sempre loro in finale? Beh, un po’ il rischio c’è, anche perché il ‘Terzo Incomodo’ invocato da Medvedev ancora non ha un identikit preciso. Ma è un rischio che ci piace correre, no?”.