Si riparte. Abbiamo ancora vivide nella nostra mente le immagini di una gioia italiana indimenticabile, dopo il trionfo della Davis Cup dello scorso novembre, ma è già tempo di una nuova stagione per il tennis internazionale, che, come di consueto, si parte dall’Australia con il primo Slam dell’anno, gli Australian Open. Per la verità la stagione è già iniziata, ed ha visto tornare in campo il numero uno del mondo, Novak Djokovic, non ancora al meglio della forma fisica e uscito acciaccato dalla United Cup, dopo la sconfitta con Alex De MInaur. L’infortunio al polso però non desta troppe preoccupazioni e il serbo sarà regolarmente ai blocchi di partenza del suo Slam preferito, dove si presenterà da grande favorito, in virtù dei 10 titoli vinti in 18 partecipazioni.
Chi invece ha anticipato il rientro dall’Australia è Rafael Nadal, il maiorchino tornato a giocare al torneo di Brisbane dopo un anno ai box a causa di un infortunio, è stato costretto a fermarsi nuovamente, per un micro-strappo addominale, accusato durante la partita (persa) contro Jordan Thompson venerdì. Le condizioni erano apparse buone ed il forfait potrebbe essere quasi esclusivamente di natura precauzionale, d’altra parte, l’obiettivo è quello di essere al top per la stagione sul rosso, arricchita quest’anno anche dalle Olimpiadi.
Tornando ai partecipanti, c’è da chiedersi chi proverà a spodestare Djokovic dal trono australiano. La risposta è semplice, ormai gli inseguitori sono sempre i soliti tre: Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev e Jannik Sinner. Le condizioni dei tre sono sconosciute, nessuno ha giocato un torneo di preparazione, ma basandoci sull’anno appena passato è facile ipotizzare che, se c’è qualcuno in grado di battere Djokovic in uno Slam, questo può essere solo uno di loro.
Alcaraz lo ha fatto l’anno scorso, battendo il serbo in finale a Wimbledon, in una delle partite più belle dell’anno, da lì però lo spagnolo è andato sempre più in difficoltà, giocando molto al di sotto del suo livello nella seconda parte di stagione, portando a casa diverse sconfitte dolorose (quella in finale a Cincinnati contro Djokovic e la semifinale degli US Open contro Medvedev su tutte) e, per i suoi standard, pochissimi successi (diversi piazzamenti, ma nessun trofeo vinto). Inoltre, si tratterà solo della terza partecipazione agli Australian Open per lui, dopo il forfait dello scorso anno per infortunio, la sconfitta al terzo turno contro Berrettini nel 2022 e quella al secondo nel 2021. In queste nubi di incertezza però, che forse si tradurranno in meno pressioni, Alcaraz potrebbe ritrovare il suo miglior tennis e tornare ad essere il rivale numero 1 di Djokovic, come lo è stato per tutta la scorsa stagione.
Sinner si presenta in Australia in una nuova dimensione, se fino alla scorsa stagione affrontava gli Slam ed i Master 1000 senza la pressione di dover arrivare fino in fondo e provare a vincerli, adesso, con la splendida cavalcata negli ultimi mesi del 2023, iniziata con la vittoria in Canada (primo Master 1000 della carriera), condita dalle vittorie di Pechino e Vienna, e terminata con il trionfo della Coppa Davis, le aspettative su di lui, già altissime in Italia, aumenteranno. Il salto di qualità dovrà avvenire proprio negli Slam, dal momento che le partite 3 su 5 rappresentano forse l’unico tallone d’achille di Jannik, per una questione di durata e quindi di intensità richiesta per un più lungo periodo di tempo. Faticare poco nei primi turni ed arrivare fresco nelle fasi finali del torneo sarà fondamentale, per poter esprimere nuovamente quell’incredibile livello di gioco mostrato da agosto a novembre.
Su Medvedev invece non ci sono dubbi, il russo staziona ormai da anni nel gruppo dei favoriti quando si parla di Slam, nel 2023 ha vinto 5 tornei (2 Master 1000) ed ha giocato la finale degli US Open, arrendendosi solo a Djokovic. Può battere ed ha già battuto Djokovic e Alcaraz negli Slam, oltre ad aver già giocato due finali agli Australian Open, nel 2021 e nel 2022. Forse parte mezzo gradino sotto gli altri tre, ma può certamente ambire al bersaglio grosso e vincere il secondo Slam della sua carriera, dopo gli US Open del 2021.
Gli inseguitori del quartetto di testa sono più o meno sempre gli stessi: Rublev, Tsitsipas, Zverev e Rune. Rublev ha vinto il torneo di preparazione ad Honk Hong e proverà ad andare oltre i quarti di finale in uno Slam, risultato mai raggiunto in carriera. Tsitsipas torna dopo la finale dello scorso anno, ma pare lontano dal potersi ripetere, vista la netta involuzione avuta nell’ultimo periodo, difficile possa dire la sua in questi Australian Open.
Per Rune e Zverev il discorso è un po’ diverso, entrambi, se al top della forma, possono elevare il proprio tennis e giocare al livello del quartetto già citato, rappresentano quindi gli outsider più credibili, soprattutto considerando che nel primo Slam della stagione, le sorprese sono dietro l’angolo. A proposito di sorprese, chiudo con i due nomi da tenere d’occhio, anche solo per ammirare un po’ di bel tennis, facendo finta che non ci sia un torneo ad eliminazione di mezzo: Grigor Dimitrov e Alex De Minaur. Il primo sembra rivivere una seconda giovinezza, dopo un gran finale di anno, ha vinto, la settimana scorsa, a Brisbane e con un buon tabellone potrebbe fare anche molta strada, tornando finalmente protagonista dopo anni bui. Il secondo probabilmente lotterà più per un buon piazzamento che per il titolo, ma è appena approdato in top-10 e giocherà a casa sua, due buone ragioni per credere che possa spingersi oltre i propri limiti e regalare ai tifosi australiani due settimane da sogno. Tutti pronti, il tennis è (già) tornato.