Nel match avvenuto domenica all'Allianz Cloud, tra Vero Volley Milano e Itas Trentino, Paola Egonu si è trovata faccia a faccia con un avversario più che conosciuto: l'ex allenatore della nazionale italiana Davide Mazzanti. In un match carico di tensione un evento in particolare ha catalizzato l'attenzione dei media trasformandosi in poco tempo in una vera bufera mediatica: sul 7-7 del terzo set una schiacciata di Egonu, deviata goffamente dalla difesa del Trento, è finita proprio contro Mazzanti, coach con cui in passato la pallavolista italiana ha avuto più di qualche screzio durante l'esperienza con la nazionale italiana. A quel punto per Paola è scattato il classico "buon viso a cattivo gioco" mentre con la mano dimostrava fair play nei confronti di Mazzanti per lo sfortunato episodio, a parole esprimeva ben altri sentimenti. "Pezzo di me*da" sembra aver detto - dal suo labiale - la pallavolista all'ex CT della nazionale, facendo impazzire il web tra critiche, applausi e commenti.
Tra i due non scorre buon sangue dopo un’estate dai toni alti: Mazzanti aveva infatti panchinato Egonu all'ultimo Europeo a favore di Antropova, prima della esclusione consensuale dal Torneo Preolimpico. I loro rapporti si erano già incrinati nel 2022, per la verità, ai tempi degli insulti razzisti che avevano spinto Paola a mettere in discussione il suo futuro in Nazionale. Da lì in poi i due si sono tenuti sempre più alla larga arrivando a non rivolgersi il saluto.
Ma gli atteggiamenti di Paola Egonu, pallavolista di grande successo con un carattere sicuramente non mite, sono da considerarsi un difetto - una grande pecca dentro e fuori dal campo - o un pregio, una caratteristica che ad oggi l'ha resa così unica e chiacchierata anche tra i meno esperti nel campo della pallavolo? La parola rockstar, che descrive un'artista di successo, caotica e sopra le righe, sembra essere cucita addosso alla pallavolista italiana che non si accontenta di giocare e vincere, perdere e combattere, ma lo fa a modo suo, alzando i toni, dicendo ciò che pensa e dimostrandolo con i fatti, arrivando spesso anche a farsi mal volere da una grande fetta di pubblico generalista.
Paola ha sempre dovuto difendersi da una doppia pressione, quella sul campo e quella dei media. E' stata più volte vittima di insulti razzisti, durante tutto il corso della sua carriera e in particolare dopo la partita persa contro il Brasile in Olanda, in un caso di cronaca diventato molto discusso. Anche in quell'occasione, in un sabato agrodolce ad Apeldoorn per l’Italia dell’italvolley, Paola ha risposto con durezza e forza agli insulti razzisti e alla relativa polemica mediatica, nascondendo la sofferenza di un evento che poteva bloccare molte altre atlete.
Forse la nostra società non è abituata a vedere questo atteggiamento nel mondo dello sport, soprattutto quando si tratta di donne. Passi Mario Balotelli, con il suo carattere duro e i tanti colpi di testa che hanno caratterizzato la sua carriera passi George Best, diventato simbolo dello sport più sregolato, passino tutte le rockstar che nello sport non hanno paura di dire la loro, ma perché non è la stessa cosa quando a farlo è una campionessa come Paola Egonu?
Una donna che è diventata - grazie al suo talento - un simbolo dell’Italia sportiva che ancora non c’è ma vorrebbero vedere realizzata, dove i meriti sono gli unici a parlare e dove il carattere - complesso o mite che sia - resta un tratto secondario della visione complessiva. Una donna che di meriti ne ha collezionati tanti e che invece sembra chiamata a dover rispondere del suo temperamento e della sua indole, dando una giustificazione ad azioni fuori dal campo, un atteggiamento della stampa simile a quello subito negli anni da Federica Pellegrini, definita dai media come "antipatica" e "supponente", disegnando un'immagine che nel tempo ha spesso scolorito i suoi risultati sportivi, accentuando le sconfitte e incrinando i successi.
Quello che emerge da Paola Egonu però è che la corazza costruita con gli anni, frutto proprio di quel carattere così spavaldo e sicuro, sia difficile da distruggere, attacchi mediatici o meno. E allora viva i temperamenti complessi, le rockstar dello sport e chiunque ci sappia raccontare qualcosa anche fuori dai risultati sportivi della propria carriera.