Il GP di San Marino aveva tutto per regalare uno spettacolo di alto livello e non è servita nemmeno la pioggia perché accadesse. Le Ducati davanti, Maverick Vinales a inseguire il sogno, Fabio Quartararo in timida ripresa. O almeno nelle prime fasi di gara. Perché poi, con gomme che non hanno sofferto troppo l’asfalto, chi poteva farlo ha cominciato a spingere sul serio, tanto da portare a casa il loro miglior giro della gara all’ultimo passaggio.
La battaglia, con un +0.034 a dividere i due, è rimasta psicologica, perché di attacchi veri e propri Enea non ne ha provati: è rimasto lì ad un decimo ad aspettare un errore di Pecco che però non è arrivato mai, con un'eccezione soltanto. Insomma, Enea ci ha provato ma senza esagerare per non correre rischi. Per qualcuno invece, Bastianini si è trattenuto pensando all’azienda e al mondiale, una tesi che sostengono (ad esempio) Marco Melandri e Max Temporali. Per altri, come Claudio Domenicali, Enea ha rischiato troppo alla curva 4 e non doveva neanche avvicinarsi, parole a cui Carlo Pernat ha risposto senza mezzi termini in un'intervista che trovate qui. Bagnaia è stato bravissimo, non ha sbagliato niente e quattro vittorie in fila sono un primato spaventoso (e senza precedenti per Ducati) ma c’è chi continua a chiedersi cosa sarebbe successo in un altro contesto.
Di certezze comunque ce ne sono almeno due: la prima, i piloti si sono divertiti. Prima di salire sul podio, Bagnaia ha detto così di Enea: “Normally he ‘push like a bastard’, but today he wasn’t pushing like a bastard, he was a bastard!”. Al che quell’altro, ridendo, gli risponde: “A fucking bastard, a fucking bastard!”. La seconda è che tra i giornalisti c’era un fermento che non si percepiva da tempo: questi due l’anno prossimo si giocano il mondiale, sono tutti e due italiani, velocissimi, coetanei. Diversi tra loro anche, uno principe e l’altro bestia, uno #GoFree e l’altro, appunto, push like a bastard. È quel dualismo che qualcuno rimpiange e che Carmelo Ezpeleta chiede con insistenza quando si raccoglie in preghiera prima di andare a letto. Roba, appunto, da prosecco in sala stampa.
E non si tratta di mettere uno contro l’altro, si tratta del fatto che il mondiale piloti lo vince uno soltanto e chi guarda le gare spesso ha una sua preferenza. Loro si rispettano e probabilmente Enea Bastianini non farà follie da qui a Valencia, tuttavia per il 2023 c’è da aspettarsi un mondiale di fuoco. In Spagna una rivalità così c’è stata qualche anno fa, partita nelle categorie minori e arrivata ad agitare la MotoGP: Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Piloti e stili diversi, sia di correre che di intendere la vita, entrambi con una moto veloce e il mondiale a portata. Stavolta però, i due dovranno condividere molto di più: il box, i dati, le pressioni. Una storia così la ricorda bene Lin Jarvis, anche se in Yamaha ai tempi di Rossi e Lorenzo non c’era tutto questo dualismo in termini di tifoserie. C’erano, però, due campioni disposti a tutto per fare meglio dell’altro e un muro a dividere il box. Cosa a cui Ducati sembra ben preparata, tanto che Davide Tardozzi, in un'intervista a MOW prima del GP, l'aveva detto chiaramente: "Meglio due piloti veloci che uno o nessuno".