Che sia un periodo difficile per la MotoGP non è un segreto. L’addio di Valentino Rossi e l’assenza di Marc Marquez pesano, così come pesa la crisi economica. Carmelo Ezpeleta l’ha detto nel giovedì di Misano: “Parliamo adesso di crisi, ma in vent’anni abbiamo imparato che per un motivo o per un altro c’è sempre”. È vero: il periodo di transizione tra motori a due e quattro tempi è stato impegnativo, così come la crisi economica degli anni seguenti e la pandemia da cui stiamo uscendo adesso. A questo ci va aggiunto il fattore sportivo: né Valentino Rossi né tantomeno Marc Marquez sono in pista ed un calo di ascolti e pubblico in circuito era inevitabile. Così ci si lamenta di piloti senza personalità, della gara sprint, del fatto che la Superbike sia più spettacolare della MotoGP. In pista c’è un ricambio generazionale, manca un Marc Marquez da spodestare dal trono. Tutte considerazioni che abbiamo fatto assieme a tre piloti dopo il GP di Misano, un Gran Premio che, per certi versi, potrebbe aver davvero inaugurato una nuova era delle corse.
Andrea Dovizioso ha spiegato come mai, secondo lui, alla MotoGP manchino le rivalità a cui eravamo abituati: “Adesso le dinamiche della MotoGP sono cambiate totalmente, così come i piloti e il modo in cui devi correre. Secondo me sono due cose, ed è solo la mia opinione: Primo, se l’obiettivo è fare delle lotte bisognerebbe cambiare il regolamento. E il regolamento si può cambiare quando scade quello in vigore, cioè nel 2026. Tecnicamente si possono fare delle modifiche dove puoi rimodellare il weekend, il modo in cui si corre. E poi c’è un altro aspetto: di piloti fortissimi ce ne sono, mediatamente però cercano di stare tutti molto tranquilli. Io sono convinto che questo succeda perché non hai la possibilità di fare sorpassi, di conseguenza non succedono cose”. Una cosa simile qualche giorno fa l’ha detta anche Marc Marquez, con un lapidario: “Tutti amici finché uno non butta per terra l’altro”.
Luca Marini, sempre estremamente lucido nelle sue analisi, ha parlato invece della mancanza di pubblico nei GP italiani: “Valentino ha avuto la chance di portare alle gare tanta gente per tanti anni. Le gare poi erano in chiaro alla televisione e questo sicuramente dava una mano. Penso però che torneremo e che il campionato diventerà più spettacolare. In passato a Misano non c’erano gare come questa: lo show è buono, dobbiamo solo aspettare di arrivare al cuore della gente”. Poi, alla domanda di un giornalista, ha commentato anche il parallelismo che si sente fare spesso con la Superbike, che Alvaro Bautista aveva addirittura definito migliore della MotoGP: “A Misano per la Superbike non c’era pubblico, zero. In gara non vedete gli stessi errori e le moto che scuotono perché siamo i piloti migliori al mondo. Abbiamo anche le moto e le gomme migliori al mondo, il livello in MotoGP è incredibile e penso che così sia bellissimo. Ogni pilota ha la possibilità di vivere e in passato non c’erano gare così spettacolari come adesso”.
Infine, Pecco Bagnaia nella conferenza stampa dopo la gara ha detto che di gente sulle tribune (si stimano 50.000 persone la domenica) ce n’era tanta e che il supporto da parte dei tifosi si è sentito: “Non è vero che c’era poca gente, ho visto moltissime bandiere con il 63 sulle tribune ed è stato incredibile per me, bellissimo. Già al Mugello c’erano tante persone con la mia bandiera ma in questa occasione è stato pazzesco. Sono molto contento di questo, sinceramente sento di poter condividere di più con le persone, con i fan, anche se di sicuro le gare fanno una grossa differenza. Spero di continuare così, avere tutti questi tifosi è incredibile”.
Nel frattempo, le rivalità cominciano ad accendersi e Carmelo Ezpeleta ha introdotto la gara sprint e firmato un accordo per portare la MotoGP in Arabia Saudita: comunque la si voglia vedere, le cose stanno cambiando.