Pacati, signori, veloci. Giacomo Agostini e Francesco Bagnaia li puoi accumunare anche così, senza quell’impresa che uno ha ripetuto a 50 anni di distanza dall’altro: pilota italiano e moto italiana campioni del mondo. Mino con la MV, Pecco con la Ducati. In qualche modo si assomigliano anche nei soprannomi, entrambi dati da famiglie affettuose ben prima che diventassero campioni. E poi c'è la pista dove i piloti, tutti quanti, cambiano: qualcuno diventa feroce, qualcun altro sprecone. Loro nei rispettivi momenti d'oro sanno essere inesorabili, arrivando alla velocità con una chiarezza mentale che con cui gli altri sono costretti a misurarsi. In uno speciale registrato in un giorno di pioggia a Misano, i colleghi di Motociclismo (che hanno prodotto due servizi, uno per la rivista standard e uno per Motociclismo d’Epoca) li hanno messi assieme davanti a una telecamera per una serie di domande secche sul mestiere che fanno.
Ne esce fuori un botta e risposta secco e senza tagli in cui i due sono d’accordo praticamente su tutto, come quando gli viene fatto notare che hanno vinto con la moto migliore: “Il pilota migliore fa la moto migliore”, è la risposta di Pecco, che poi rientra nel libro delle leggi non scritte del motorsport. Che si parli di due epoche diverse lo capiamo, per forza di cose, quando ad Agostini viene chiesto di come vive l'elettronica in moto: “Per me è difficile pensare di aver tanta fiducia nella moto come quella che loro hanno oggi: io sono vecchio stampo, per la moto tradizionale”. Bagnaia invece chiarisce che le cose non stanno esattamente come può immaginarle chi guarda da fuori: “Ne usiamo meno di quanto si possa pensare, però sicuramente con le potenze di oggi è fondamentale”.
Poi, ancora, si confrontano sul sesso prima della gara e in un attimo cambia il mito del pilota anni Settanta: “Sì, mi è successo ma non l’ho più ripetuto”, la risposta di Agostini. E Pecco: “È un atto d’amore, quindi va bene sempre”. Anche se poi, a onor del vero, Bagnaia corre con a fianco la fidanzata Domizia, mentre Agostini ha passato lunghi periodi della sua carriera a cercare la donna giusta tra le tante con cui si incontrava.