L'avevamo detto ieri dopo la Sprint Race di Buriram che a Pecco Bagnaia sarebbe servita una magia per recuperare punti su Jorge Martín e tenere vivo questo Mondiale. A margine del warm-up bagnato thailandese, andato in onda nella notte italiana, implorare un miracolo non sembrava per niente eccessivo: Pecco, a nove decimi da Jorge, era in crisi netta con le gomme intagliate. Poi in quegli stessi istanti le lancette sono state riportate indietro di sessanta minuti e, col ritorno dell'ora solare, è come se qualche raggio avesse improvvisamente bucato le nuvole grigissime quasi nere che si addensavano sul box rosso numero 1: Bagnaia e Ducati hanno trovato la quadra all'ultimo minuto, una di quelle soluzioni in extremis alle quali ci aveva abituato Valentino Rossi negli anni migliori.
In griglia di partenza Pecco è rimasto a parlare con Cristian Gabarrini (capotecnico) e Tommaso Pagano (elettronico) fino all'ultimo, confrontandosi su dettagli e rassicurazioni che solo loro conoscono. Chiunque guardasse da fuori, dopo quel warm-up, immaginava che la prima gara totalmente bagnata della stagione potesse pesantemente rompere l'equilibrio di un Mondiale che fin qui si è giocato sui dettagli, sui millesimi, su piccole manciate di punti prima persi e il weekend successivo recuperati. Così non è stato, perché nella domenica più tensiva e delicata della stagione, alla fine sono arrivati davanti sempre gli stessi: Pecco e Jorge, primo e secondo. Martín ha perfezionato la tattica in partenza che aveva già lasciato intravedere ieri nella Sprint, con la differenza che oggi non è andato lungo dopo essersi guadagnato l'interno di curva uno. Bagnaia invece dalla pole, e dall'esterno, ha lasciato sfogare la traiettorie abbondanti ed ottimiste di Marquez e di un reattivo Quartararo, per poi accelerare meglio e mettersi in coda al rivale spagnolo.
In una prima fase di gara in cui Martín, Bagnaia e Marquez sono rimasti compatti in testa (con Jorge che gradualmente accatastava qualche decimo di vantaggio sugli altri due), dietro è accaduto di tutto: Franco Morbidelli veniva su come il tuono, ma con troppa foga ha cercato di prendersi la quinta posizione su Quartararo sfruttando un pertugio impercettibile, col Diablo che non ha avuto tempo per raddrizzare la moto ed è presto finito nel ghiaione, mentre al suo ex compagno di squadra in Yamaha veniva comminato un long lap penalty. Franky che, dopo essersi rimesso a martellare a testa bassa dall'ottava posizione, ha trovato la scivolata in curva 9, così come Bastianini e Bezzecchi, che invece ha perso l'anteriore alla uno. Defezioni che hanno contribuito a scremare il gruppone in gruppetti: il primo composto dalle Ducati di Martín, Bagnaia e Marquez, il secondo - staccato di tre secondo - formato dalle KTM di Miller, Binder ed Acosta.
Al quinto giro è arrivata la prima svolta della gara, causata da un lungo di Martín in curva tre che ha fatto strada a Pecco e Marc. L'errore deve aver iniettato una buona dose di prudenza nelle vene di Jorge, che ha subito perso un secondo abbondante dagli altri due. Così, mentre Marquez per due volte in cinque giri mollava i freni al rampino dell'ultima curva per affondare l'attacco su Bagnaia, questo rispondeva incrociando chirurgicamente la traiettoria nell'accelerazione che immette sul rettilineo dei box. Al quattordicesimo giro di ventisei previsti Marquez, che sembrava avere margine per scavalcare Bagnaia e vincere in solitaria, ha perso l'anteriore della Ducati Gresini in quella curva 9 infida per molti. Il 93 stava riuscendo in uno dei suoi famosi salvataggi, fino a quando lo scalino del cordolo esterno ha reso il suo tentativo vano. Martín, che sopraggiungeva dietro, ha riaschiato di fare la stessa fine del connazionale, ma si è salvato raddrizzando la sua GP24 e accettando una piccola escursione fuori dai limiti della pista: perdendo ulteriori decimi da Bagnaia e scorgendo Marquez a terra, Jorge in un istante tirava un sospiro di sollievo per i 4 punti guadagnati senza fatica (da terzo a secondo) e si convinceva che la cosa migliore sarebbe stata portare la moto al traguardo, possibilmente in quella posizione.
Così è stato, con Jorge che nell'ultimo terzo di gara ha ignorato il gap da Pecco (sui tre secondi), preoccupandosi solo di gestire il rientro del plotone delle KTM alle sue spalle. Jack Miller è sempre rimasto attorno ai due secondi di distacco, mentre dietro Binder veniva attaccato prima da Acosta e poi da un Di Giannantonio che negli ultimi giri è stato il più veloce in pista. Fabio opererà la spalla malconcia dopo un altro notevole quarto posto, ottenuto alle spalle del rookie maravilla Acosta, protagonista al penultimo giro di una battaglia spettacolare con Miller, attaccato nel finale anche dal pilota romano.
Sulla bandiera a scacchi, l'esultanza di orgoglio di Pecco Bagnaia davanti al gesto "ci riproviamo alla prossima" di Jorge Martín riassume la domenica thailandese. Una giornata scivolosa in cui poteva cambiare tutto anche se alla fine - in sostanza - non è cambiato niente. In testa ci sono sempre loro due, ora separati da 17 punti, e fedeli alla storia di un campionato che sembra volerci consegnare un verdetto solo dopo l'ultimo chilometro. Prima di Valencia, settimana prossima sfoglieremo il penultimo capitolo, ambientato a Sepang.