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Beltramo: “Basta parlare di Rossi, è finita un’epoca e io tifo Morbidelli. Melandri? Gli è andata bene che ha i soldi”

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

26 gennaio 2022

Beltramo: “Basta parlare di Rossi, è finita un’epoca e io tifo Morbidelli. Melandri? Gli è andata bene che ha i soldi”
Paolo Beltramo ride, racconta, si emoziona. E parla di tutto, dall’era di Rossi (“Basta parlarne, sarebbe come andare a San Siro e guardare Maldini”) a un paragone con Marc Marquez (“Vale e Barry Sheene unici, gli altri sono copie”). Poi arriva al ‘caso’ Melandri (“Gli è andata bene che ha i soldi”) e alla Dakar (“Grande Petrucci, ma la gara è tutt’altra cosa rispetto a quando andavo io”)

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Lui lo confessa di rado e a vederlo non lo diresti mai, ma Paolo Beltramo è più vicino ai settanta che ai sessant’anni. Il che, comunque, non gli ha tolto la voglia di scherzare e di dire quello che pensa ad ogni buona occasione, portando avanti l’unico messaggio che per lui conta davvero: “Le corse sono un divertimento, una cosa leggera e bella. Tutti questi tecnicismi da ingegneri mi annoiano”. E allora abbiamo parlato di Marc Marquez che torna in pista, di Valentino che non ci sarà, del Medio Oriente che sta comprando pezzetti di motorsport e di tutto quello che c’è in mezzo. Paolone, che chiude dopo una bella mezz’ora al telefono perché deve sistemare la spesa, non ci ha fatto mancare nulla.

Ora è ufficiale, Marc Marquez sarà a Sepang. E probabilmente sarà ancora tra i piloti di punta.

“Basterebbe che fosse quello di Misano, anche se penso che sarà un po’ più in forma di così, che comunque gli basterebbe a renderla più dura per tutti. Anche se gli altri, nel frattempo, sono più duri di prima. Secondo me sarà un gran mondiale, ma vorrei si smettesse di continuare a parlare ininterrottamente di Petrucci, di Rossi… È finita un’epoca, basta insistere. Quando ci sono è bello vederli, parlarci, sentirli. Però Valentino non corre più, continuare così sarebbe come andare a San Siro e guardare tutto il tempo Maldini”.

Senza Vale, insomma, le gare saranno comunque spettacolari.

“Secondo me si, noi siamo appassionati di corse. Poi ci sono quelli che sono stati appassionati di Vale e basta, ma è un problema loro. Qualcuno avrà smesso di vedere l’atletica perché non c’è più Bolt, o il calcio perché non giocavano più Rivera, Platini… O magari smetteranno di seguirlo quando andranno in pensione Ibra, Ronaldo, Messi. Però il calcio rimane: se ti piace bene, altrimenti pazienza. L’idolo scrive grandi storie ma è sbagliato proprio come concetto seguire solo lui, il bello è lo sport. Il motociclismo è bello per le gare, per la tensione. Prima, con la partenza a spinta, la palpavi anche di più: i piloti arrivavano in griglia e per qualche istante c’era solo il silenzio. Quattro, cinque, dieci secondi di silenzio finché non si mettevano in fila. Poi sentivi il rumore della bandiera a scacchi abbassata dal direttore di gara e a quel punto partivano. Era un momento di una bellezza assoluta, forse hanno fatto bene a toglierlo - se non riuscivi ad accendere una moto delle prime file venivi travolto - ma che tempi…”.

“Resto dell’idea che Marc Marquez interpreti un po’ il ruolo che aveva Rossi in passato, è il veterano e il fuoriclasse. Ma gli manca quella cosa lì che aveva Valentino e che prima di lui ha avuto soltanto Barry Sheene. Barry era spontaneo, gli altri facevano pena. Uno tira gli stivali, l’altro festeggia con le scenette… sono copie. Carina l’idea di Marquez dell’ottavo mondiale, però gliel’ha fatto la Honda. Non è la stessa storia di quando a fare quelle celebrazioni erano quattro matti da Tavullia. Ecco, questa magia un po’ mancherà”.

Se dovessi scommettere un centesimo su di un pilota per il 2022? Marc, Pecco o Fabio?

“Ma io mi gioco Morbidelli, io mi gioco lui. Per prima cosa perché è metà brasiliano. Poi è carino, gentile, simpatico, intelligente, strano… Anche lui nella sua poca esplosività da matto, non so come dire, è matto vero. Poi guida benissimo, speriamo che sia tutto a posto e che la moto vada bene, credo che già il duello in famiglia tra lui e Quartararo sarà divertente. Poi ci sono Bagania, che secondo me è molto più forte di Miller, Martín, un grosso punto interrogativo, e Fernandez, che credo abbia la stessa classe di Marquez. Anche se ha perso il mondiale contro Gardner ha fatto cose pazzesche”.

È vero, l’ha perso da solo. Come Pedro Acosta però era al suo primo anno ed in Moto2 è stato il più veloce in pista.

“Infatti. E Marquez, proprio come Rossi, i mondiali li ha vinti al secondo anno. Poi magari Oliveira troverà quello che gli manca, Miller si darà una regolata… Sarà bello da vedere”

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Un altro che lo scorso anno ha fatto veramente bene è Enea Bastianini.

“Molto. Io credo che sia in una situazione un po’ difficile, bisognerà vedere come andrà la Nadia al posto di Fausto. Lui era sicuramente molto esperto, ed è brutto da dire ma in quell’ambiente un uomo può ancora permettersi di fare cose che a una donna non sono concesse. Se lei manda a fanculo Ezpeleta ha chiuso, invece Fausto aveva un altro peso anche considerando i mondiali che ha vinto come pilota e team manager. E se non sbaglio ha vito il primo mondiale di Moto2”.

Anche il primo di MotoE, con Matteo Ferrari.

“Eh, Fausto era molto bravo a gestire la squadra. Poi faceva un bel casino al Mugello, a Misano… Mi ricordo il suo bell’aperitivo, era divertente! Adesso bisogna dare il tempo a Nadia di ingranare un po’”.

Ieri c’è stata la presentazione del Team WithU Yamaha RNF e c’è un grande punto interrogativo su Andrea Dovizioso. Cosa ti aspetti da lui?

“Non so che tipo di motivazione abbia. Se ci è andato per portare a casa altri tre o quattro milioni di euro secondo me ci sarà solo a sprazzi, come Crutchlow negli ultimi anni. Che poi magari una gara buona gli viene anche, il talento lo ha. Se invece è andato lì per fare il pilota è anche possibile che porti a casa buoni risultati. Chi ha deluso tanto secondo me è Zarco, è davvero ora che vinca almeno una gara, lui se lo merita e noi ci meritiamo di vedere la capriola che manca dalla Moto2. Poi voglio dire una cosa personalissima: fino al 2026 ci saranno al massimo 22 Gran Premi. Ma se poi come dice Ezpeleta ne vogliono fare anche di più, io mi tiro indietro. Mi sembra folle che una domenica su due all’anno sia impegnata in una gara, se ci aggiungi anche i test non è più finita”.

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Spesso poi c’è chi pensa soltanto ai piloti, invece c’è un’enorme numero di persone che lavora nel paddock senza guadagnare milioni.

“Si, penso soprattutto a loro. Allora tanto vale far fare agli arabi una pista gigantesca con 26 layout a disposizione - di cui 13 in un senso e altri 13 nell’altro - e fare le corse lì. Bisogna stare attenti, perché ad esagerare poi diventa insostenibile. Io non so quanta gente continui a seguire il tennis, c’è un torneo a settimana più i femminili. Comunque ora che ci penso a me non me ne frega un cazzo”.

Hai seguito il caso Melandri, che ha detto a MOW di essersi preso il covid di proposito?

“Si, e penso che sia il cretino che è sempre stato. Ammalarsi di proposito per poter correre è una roba veramente da matti”.

Stupisce un po’ che si sia messo in questa situazione.

“Gli è andata bene perché ha i soldi, perché lo sapeva e se ne è accorto subito. Se si fosse ammalato in vacanza, che ne so alle Maldive, avrebbe rischiato la vita. Io non so come si faccia a fare questi discorsi. Secondo me è stata una vera idiozia, poi io sono proprio contro i no vax. Se non ti stanno bene le cose non fare la patente per la macchina, il passaporto per l’estero. Tornando al discorso di prima sarà un bel mondiale, pieno d’incognite. Non c’è più Rossi che va piano - perché l’ultimo anno è andato così - e non c’è più Lecuona, che dopo metà campionato avrebbe meritato di restare in MotoGP. Non capisco bene la politica della KTM”.

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Penso che abbiano un po’ troppi piloti sotto contratto, a volerli tenere tutti si fa un po’ fatica a valorizzarli… Come Mazzarò.

“A questo proposito voglio dire una cosa su Danilo Petrucci, che è stato veramente un grande. Io ho seguito due Dakar, le ho fatte in macchina - da giornalista eh - però erano tappe da 900 chilometri, la gente arrivava alle quattro di notte e partiva alle cinque per la tappa successiva. Quella che corrono adesso è tosta perché vai velocissimo, la moto è tutt’altra cosa. Ma di navigazione c’è poco, una volta se ti trovavi senza riferimenti ti dovevi fermare a guardare la bussola. È una bella differenza e. come sempre, mi piaceva di più una volta”.

Però non è così male: anche il ritorno al deserto dopo gli anni in Sud America sembra un passo in avanti.

“Io devo dire la verità, sono contro la valutazione di quei paesi. Penso al Qatar, con i suoi 6.500 morti per fare gli stadi dei mondiali, che a questi altri che trattano donne e oppositori in maniera spaventosa. Stessa cosa per gli indonesiani, hanno mandato via a calci tutta la gente che abitava dove hanno deciso di costruire il circuito. Secondo me lo sport dovrebbe essere un modo di insegnarti la vita, che si vince e si perde, cose così… C’è il buono, il cattivo, lo stronzo, l’onesto: andare in quei posti lì a fare sport secondo me è sbagliato, gli offri della credibilità che non meritano. Si comprano tutto coi soldi. In Formula 1 hanno un calendario vergognoso da questo punto di vista, in certi Gran Premi non dovrebbero andarci, oppure non presentarsi all’inno”.

Anche per questo ti piace Franco Morbidelli?

“Certo, è l’unico in MotoGP che ha detto chiaro. Cosa costava a Valentino a dire ‘sono d’accordo con il Morbido e Lewis Hamilton, a quest’ora il razzismo dovrebbe essere solo nei libri di storia’. Non gli sarebbe costato nulla, nessuno avrebbe avuto da ridire”.

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