Si dice spesso che i grandi campioni abbiano una memoria selettiva, che sappiano dimenticare le sconfitte più dure per non farsi condizionare nel cammino verso nuovi trionfi. Matteo Berrettini, tuttavia, sembra aver fatto l’esatto contrario: ha ricordato tutto. Ogni punto lasciato per strada contro Novak Djokovic, ogni occasione mancata nei loro quattro precedenti, ogni sguardo rivolto al serbo nei momenti decisivi delle finali e delle semifinali Slam. E stavolta, a Doha, ha trasformato ogni fantasma in un trionfo.
Quando nel primo set ha tenuto testa a Djokovic con colpi potenti e chirurgici, quando ha alzato la percentuale di prime palle, quando ha attaccato senza esitazioni, Berrettini ha dimostrato di essere un giocatore finalmente libero dalle insicurezze che ne hanno frenato la carriera nell’ultimo anno. Il suo 7-6(4), 6-2 è stato più di una vittoria: è stata una dichiarazione di intenti.
“Battere Novak è una delle cose che aspiravo a fare da anni”, ha ammesso il romano con una sincerità disarmante. “Ho giocato contro di lui in alcuni dei più grandi tornei del mondo, è stato un onore condividere il campo con lui ma mi sarebbe piaciuto vincere almeno una di quelle partite. Ho lavorato molto duro per tornare qui e a questo livello, tutto il lavoro fatto negli ultimi mesi ha pagato”.
E a riconoscere il merito della sua prestazione non è stato solo il tabellone, ma lo stesso Djokovic, che dopo la sconfitta ha concesso parole di grande rispetto:“Sono stato semplicemente battuto da un giocatore migliore oggi”, ha dichiarato il serbo. “Lui ha giocato una partita perfetta dal punto di vista tattico, ha servito in maniera eccezionale e ha meritato di vincere”.

La vittoria di Berrettini, tuttavia, non è stata solo una gioia personale: ha avuto anche il sapore della solidarietà. Pochi giorni prima, lo stesso Matteo aveva espresso il proprio sostegno a Jannik Sinner, sospeso per tre mesi per il caso Clostebol: “Mi dispiace per Jannik, paga per un errore non suo”.
Se la giustizia sportiva ha deciso di fermare Sinner (e da molti colleghi non è arrivato sostegno al numero uno, anzi), Berrettini si è preso il compito di far parlare il campo. Ma ora, all’Atp 500 di Doha, non c’è tempo per celebrare. E poi subito un altro conto in sospeso da saldare: Tallon Griekspoor, l’olandese che lo aveva eliminato a Rotterdam, e che The Hammer è riuscito a ripagare dopo un match combattuto, risolto dopo due tie-break (uno per parte) grazie a un break decisivo sul finire di terzo set.
Djokovic, Sinner e un dibattito ancora aperto
A rendere ancora più significativo questo trionfo c’è il contesto in cui è maturato. Djokovic non è mai stato tipo da frasi di circostanza, e nel caso Sinner-Wada non ha esitato a dire la sua:
“Sinner, come Iga Swiatek, è innocente, ma tanti giocatori pensano che ci siano stati dei favoritismi”, ha dichiarato il numero uno serbo, stigmatizzando un aspetto controverso della vicenda: “È strano che gli ex collaboratori di Sinner responsabili della positività lavorino ancora nel circuito tennistico”.
Un riferimento neanche troppo velato a Umberto Ferrara, preparatore atletico responsabile dell’acquisto del Trofodermin, la pomata che ha portato alla positività al Clostebol di Sinner, e ora entrato nello staff di Berrettini. Ma sul punto è intervenuto anche l’avvocato del tennista italiano, Jamie Singer, che ha cercato di mettere un freno alle polemiche: “Nessun favoritismo, Jannik è stato giudicato seguendo ogni singola regola, semplicemente le circostanze della sua positività sono state insolite”.
Tuttavia, il caso non sembra destinato a spegnersi in fretta. Sinner tornerà in campo il 4 maggio, ma intanto il suo nome continua a essere al centro di discussioni e polemiche.

Intanto, Nardi contro Alcaraz e Paolini...
Mentre Berrettini si prendeva il suo momento di gloria, l’Italia del tennis ha vissuto altre due giornate di speranza e talento. Luca Nardi, il giovane marchigiano dal talento cristallino, ha superato il cinese Zhang, guadagnandosi un ottavo di finale da sogno (o da incubo) contro Carlos Alcaraz. Una sfida impossibile? Forse, ma anche un’occasione irripetibile per misurarsi con uno dei fenomeni del circuito, al quale l'italiano è riuscito a strappare un set, prima di cedere al terzo.
Nel frattempo, a Dubai, sotto una pioggia inattesa, Jasmine Paolini ha battuto la tedesca Lys, ma nel turno successivo è stata battuta nettamente dalla statunitense Kenin (numero 56 del mondo, ma già vincitrice di uno Slam, contro il 4 di Paolini), cedendo in due set (6-4, 6-0) complici anche problemi fisici.
