A Montecarlo c’è un italiano che sorride, e stavolta non è Sinner. È Matteo Berrettini, che firma l’impresa del giorno battendo Alexander Zverev, numero due del mondo, con una rimonta che profuma di riscatto e orgoglio. Il punteggio finale racconta la partita solo in parte, perché dietro c’è molto di più: fatica, tenuta mentale, e la voglia ostinata di tornare dove conta. Matteo torna a vincere anche sulla terra e lo fa in un torneo che finora gli aveva dato poco. A Montecarlo, dove su quattro partecipazioni aveva passato il primo turno una sola volta, stavolta avanza prima battendo l’argentino Mariano Navone in due set e poi si regala una sfida affascinante contro Alexander Zverev, testa di serie numero uno. Berrettini si prende il centro della scena nel Principato e manda un messaggio chiaro: è ancora lì, competitivo, affamato, pronto a dare fastidio ai più forti. Un successo prestigioso, che da solo basterebbe a illuminare la giornata del tennis italiano. Ma c’è anche un’altra ragione per festeggiare: grazie alla sconfitta di Zverev, Jannik Sinner sarà numero uno del mondo almeno fino agli Internazionali di Roma.

Nel processo di ricostruzione di Matteo Berrettini mancava solo una cosa: una vittoria che facesse rumore, una di quelle che mettono un punto e ricominciano il capitolo. Ma non è solo il risultato a contare. È il modo in cui è arrivato. Perché dopo un primo set dominato dal tedesco, maturato sfruttando al millimetro le uniche due palle break offerte, Berrettini sembrava di nuovo quello pieno di dubbi, rigido, contratto. Ma bastano pochi game nel secondo parziale per capire che stavolta l’inerzia si sta spostando. Matteo scioglie il braccio, comincia a crederci. Il rovescio in slice diventa velenoso, il servizio ricomincia a girare, la palla viaggia. E soprattutto: Zverev si ingarbuglia, cade nella trappola della pazienza e dell’intensità dell’azzurro. Arriva una palla break, Berrettini la sfrutta. E da lì la partita cambia volto

Vale gli ottavi, certo, contro uno tra Lorenzo Musetti e Jiri Lehecka. Ma vale anche molto di più. Vale una nuova consapevolezza. Vale l’idea che questa stagione sulla terra battuta non è solo un’altra parentesi da gestire, ma può essere una vera occasione da cavalcare. La classifica comincia a sorridere di nuovo (la Top 30 è un obiettivo concreto), Wimbledon si avvicina, ma intanto c’è un rosso che può tingersi d’azzurro. E per chi pensava che il Berrettini vero fosse rimasto indietro nel tempo, Montecarlo dice il contrario.
Sullo sfondo, Sinner osserva e sì, è felice. Per lui Montecarlo è ancora off limits, ma la classifica dipende anche da ciò che succede qui e, con la sconfitta di Zverev, Jannik resta numero 1 almeno fino a Roma. E non sarebbe solo un dettaglio statistico. Berrettini, intanto, si gode il ritorno in un tabellone importante. La fatica è servita, ma anche la fiducia. Non è più una comparsa in cerca di conferme: è tornato, e vuole restarci. Anche sulla terra. Anche a Montecarlo.