Se fai il rookie in questa Formula 1, dove il mercato piloti corre più veloce delle monoposto, l’unica certezza è il tempo, che comanda su tutto. La stagione del 2025 è iniziata con ben cinque (ma sei, se contiamo anche Liam Lawson) debuttanti tra top team che hanno deciso di rischiare tutto e scambi importanti anche nelle retrovie, per costruire il futuro di ogni squadra prima del 2026, l’anno del cambio regolamentare delle vetture. Dopo la conclusione della terza gara dell’anno si possono iniziare a tirare le somme e se c’è chi non potrebbe chiedere di più dal suo debutto nel mondiale e anzi, ha già detto che il prossimo obiettivo è il podio, altri piloti sono a rischio, tra incidenti assurdi e performance scarse. Quindi, come sono andati i debutti dei sei rookies in Formula 1?

Chi, per adesso, è il miglior rookie in griglia è sicuramente Andrea Kimi Antonelli, che sembra guidare la sua Mercedes da ormai dieci anni. In tre gran premi è riuscito sempre a piazzarsi nella zona punti, acquisendo sempre più sicurezza in se stesso e affinando tutte le sue caratteristiche in tempo record, ricordando le prime fasi nel mondiale di Max Verstappen - finora il più giovane a vincere una gara. E con i tempi perfettamente in linea con George Russell, il suo compagno di squadra che in Mercedes ci corre dal 2022, l’italiano ha convinto tutti, tra appassionati ed esperti del motorsport. Ora l’obiettivo è il podio, che invece il suo collega di box ha già conquistato due volte, dopo che a Suzuka è diventato il pilota più giovane leader di un gran premio e autore del giro più veloce in pista.

Quasi sulla sua stessa linea c’è Ollie Bearman, che con la Haas sembra star facendo magie: dopo un inizio difficilissimo a Melbourne, dove il britannico della Ferrari Driver Academy è andato a schiantarsi più volte, tra il Gran Premio della Cina e quello del Giappone è riuscito subito a rimediare, portando una monoposto da midfield in zona punti con fierezza. E sì, proprio così sta dimostrando che la Ferrari ha già una certezza per il futuro, perché se dovesse continuare così sarà prontissimo a portare avanti l’eredità del Cavallino - sempre se in primis la squadra sarà in grado di migliorare.
Nonostante i punti li abbia conquistati solo a Suzuka, la sorpresa più grande del 2025 finora è stata la performance incredibile di Isack Hadjar. Il francese, supportato da un grande lavoro compiuto dalla Racing Bulls che in pista vanta una monoposto davvero ben preparata, ha dimostrato di essere fin da subito veloce e pronto per il suo debutto - a differenza di come sembrava una volta uscito dalla Formula 2, che non ha mai vinto e dove ha sbagliato forse troppe volte. Quello che sembrava un suicidio (arrivare nel mondiale con poca preparazione) si è trasformato in un grande successo, perché Hadjar è il punto fermo della sua squadra: ora però sarà importante mantenere questa modalità di lavoro per convincere al 100% del suo talento. Anche perché, in Racing Bulls è al momento l’unico pilota fisso: il francese ha iniziato la stagione con Yuki Tsunoda al suo fianco, che lo ha già abbandonato per debuttare in Red Bull, mandando al suo posto Liam Lawson, il "rookie a metà" del 2025.
Il neozelandese infatti non ha lo status da debuttante, avendo corso nel 2023 e nel 2024 durante le rispettive seconde parti delle stagioni, per sostituire in entrambi i casi Daniel Ricciardo, ma è considerato tale per via della sua poca esperienza in Formula 1. A Melbourne e in Cina ha corso con la Red Bull, deludendo le aspettative impossibili da mantenere secondo i canoni di Helmut Marko, ed è stato successivamente declassato in Racing Bulls, dove però ha già battuto Yuki Tsunoda. Proprio nel suo caso abbiamo l’esempio di quanto il tempo in Formula 1 sia contato: Lawson ha avuto solo due gran premi per esprimere il suo potenziale al volante della vettura di un team di prima linea. E la sua stessa fine rischia di farla anche Jack Doohan, che però perderebbe direttamente il sedile nel mondiale, soprattutto dopo il botto di Suzuka.
L’australiano è andato ad impattare nelle barriere di curva 1 sul circuito giapponese durante la sessione delle FP2, distruggendo la sua Alpine e facendosi anche parecchio male - con il referto medico che gli ha concesso comunque di continuare a svolgere attività in pista, mentre i video lo vedevano zoppo e dolorante dopo ogni sessione. Per il figlio d’arte, con papà Mick che è campione di MotoGP, l’incidente di Suzuka potrebbe essere la goccia che inizia a far traboccare il vaso dove nuota con Franco Colapinto: già dall’inizio dell’anno, quando l’argentino è stato annunciato come pilota di riserva del team francese (apparentemente con il grande piacere di Flavio Briatore, che in Alpine è consulente speciale) l’orologio di Jack Doohan ha iniziato a muoversi al doppio della velocità. E con l’errore del Giappone, che secondo quanto ricostruito da più media lo vedrebbe colpevole di non aver chiuso volutamente il DRS in percorrenza della prima curva del circuito, Colapinto sarebbe a un passo dal ritorno in Formula 1 - dove ha debuttato nel 2024 impressionando tutti con il suo talento.

E tra chi rischia il podio come Kimi Antonelli, che per la prima occasione dall’inizio del 2025 correrà su un circuito che ormai conosce bene, quello del Bahrain, dove ha l’esperienza dei test e delle gare con la Formula 2, e chi il posto come Jack Doohan, la stagione dei rookies di Formula 1 ha già regalato tantissima azione. L’unico che può lamentarsi di un inizio fin troppo tranquillo è Gabriel Bortoleto, che con la Stake non può permettersi di divertirsi come lo fanno i suoi compagni perché la qualità della monoposto è parecchio scarsa. E se si pensa che ci sono ancora ventuno gare da disputare, viene più facile credere nel primo podio di Kimi, nel ritorno di Franco Colapinto e in un campionato per il titolo di miglior rookie più acceso del titolo mondiale.

