Se provate a chiedere a quelli del paddock quale è la cosa più impossibile che potrebbe verificarsi in MotoGP la risposta di molti sarebbe la stessa: non succederà mai che KTM riapra le porte a Jorge Martin. Ecco, oggi questa risposta non la darebbe più nessuno. Perché in Spagna, e soprattutto sul quotidiano sportivo Marca, c’è chi è pronto a scommettere che gli austriaci intendono mettersi definitivamente alle spalle lo smacco subito dallo spagnolo anni fa e a offrirgli un ingaggio di quelli che fanno tremare le gambe. Chi, nei giorni scorsi, aveva provato a dirlo è stato Marco Melandri, insistendo sulla convinzione che KTM non sarebbe stata a guardare le mosse di Ducati e “accontentandosi” di avere già in casa il fenomeno Pedro Acosta.
Le carte in seno al marchio austriaco, infatti, si sono un po’ rimescolate e se prima sembrava assolutamente certa la conferma di Brad Binder nella squadra ufficiale, i risultati troppo altalenanti del sudafricano potrebbero spedirlo dritto in GasGas. Gli anni di contratto, per Binder, sono due e la sella di una RC-16 per lui è quindi garantita anche nel 2025, ma non sta scritto in nessun contratto che debba essere per forza quella con i colori factory. Così, se Jack Miller è dato già in partenza (per lui si parla addirittura di Honda, su sponda Repsol a fianco a Luca Marini) per fare spazio al giovane fenomeno Pedro Acosta, comincia a tirare un’ariaccia anche per Binder. Perché pare che KTM, proprio per giustificare gli enormi investimenti che sta facendo nello sviluppo della moto, non sia più disposta a fare i conti con piloti di sicuro talento, ma troppo poco costanti.
Il sogno è riuscire, con la collaborazione di RedBull, a mettersi Marc Marquez nel box, ma sembra che il 93 sia più intenzionato a restare in sella a una Desmosedici, anche con colori diversi da quelli del Team Lenovo, purchè identica a quelle del Team Lenovo. Da qui l’idea che fino a ieri sembrava fantascienza: provarci con Jorge Martin, mettendosi alle spalle tutto quello che è stato. Martin, infatti, è cresciuto sotto l’ala di KTM, che l’ha sostenuto in tutto nei primi anni della sua carriera, portando al mondiale e pure a un titolo mondiale e garantendogli il passaggio in MotoGP. Solo che Martin quel passaggio, ormai qualche anno fa, non ha aspettato di farlo con KTM, ma ha voluto Ducati, con tanto di casini contrattuali da risolvere e smacco assurdo all’azienda austriaca. Uno smacco che in KTM, oltre che assurdo, hanno sempre considerato pure insuperabile, arrivando persino a minacciare di finire in tribunale e a dichiarare in maniera più o meno esplicita che mai più Jorge avrebbe messo i piedi sulle pedane di una loro moto.
Solo che nello sport i “mai più” valgono meno di niente. E pare che adesso Beirer e soci siano in contatto con Albert Valera, manager di Martin, pronti a firmare un assegno da capogiro. “A Barcellona ci saranno molti movimenti e si potrà sapere qualcosa in più” – afferma Jaime Martin nell’articolo pubblicato a sua firma su Marca. Quello che è certo che quella di KTM, almeno in questa fase, potrebbe essere l’unica offerta capace di far tremare le gambe a Jorge Martin sotto tutti gli aspetti. Lo spagnolo, è noto, vuole la Ducati del team ufficiale, ma anche le sue ultime dichiarazioni (“cosa altro devo fare per convincerli”) lasciano trapelare un livello di insofferenza ormai altissimo, che tra l’altro fa il paio con la consapevolezza che quello con cui vedersela è Marc Marquez, molto più forte di lui sotto l’aspetto del markenting e del ritorno di immagine. Per Martin le offerte non mancano, ma è chiaro che il denaro non può essere l’unico argomento per uno che vuole vincere davvero e quindi le proposte di ingaggi faraonici che sono arrivate sia da Honda che da Yamaha non sono state prese in considerazione. Ci avrebbe provato pure Aprilia, facendo leva sulla moto più che competitiva che manda in pista, ma con gli italiani il problema sarebbe inverso: moto buona, soldi pochi. KTM, invece, garantirebbe entrambe le cose, facendogli ritrovare anche quel Francesco Guidotti che lo ha accompagnato nei suoi primissimi anni in MotoGP, con in più l’extramotivazione per Martin di provare a battere in pista quelli che, a suo avviso, hanno aspettato troppo per dargli la moto che è convinto di meritare.