Oleksandr Usyk continua a scrivere la storia del pugilato, confermandosi campione indiscusso dei pesi massimi con una nuova vittoria ai danni di Tyson Fury. La rivincita, attesissima dagli appassionati di boxe, si è chiusa con un verdetto unanime: 116-112 su tutti e tre i cartellini. Eppure, se per i giudici non c’è stato alcun dubbio, Fury non ha nascosto il suo disappunto, alimentando polemiche post-match con dichiarazioni che lasciano intendere una frustrazione palpabile.
Battaglia diversa, stesso risultato
Rispetto al primo incontro di maggio – considerato da molti il match dell’anno – Fury ha affrontato la sfida con maggiore serietà. Niente provocazioni, niente scenette: solo boxe. Ma nemmeno questa versione più concentrata del "Gypsy King" è riuscita a scalfire la determinazione e la lucidità tattica di Usyk. L’ucraino, più leggero e agile, ha lavorato ai fianchi del britannico per tutta la seconda metà del match, imprimendo il suo ritmo e sfiancando il gigante inglese con una serie incessante di jab e overhand sinistri.
"Tyson è un grande uomo, un grande avversario. Ma è tutto spettacolo", ha dichiarato Usyk dopo il match. "Molto rispetto per lui. Questi 24 round sono stati incredibili per la mia carriera".
Fury, da parte sua, non ha digerito la sconfitta: "Questo è un regalo di Natale per lui". ha sbottato in conferenza stampa. "Penso di aver vinto entrambi i match. Ero avanti. Ho lavorato per tutto il tempo, spingendo e colpendo. Non so cosa abbiano visto i giudici".
I numeri e i momenti chiave del match
I numeri, però, raccontano una storia diversa. Usyk ha mandato a segno 179 pugni su 423 tentati, mentre Fury si è fermato a 144 su 509. Una precisione chirurgica che ha fatto la differenza soprattutto nei round centrali, dove Usyk ha dominato con combinazioni rapide e colpi pesanti. La velocità di gambe e mani dell’ucraino ha reso vano l’enorme vantaggio fisico del britannico, che ha toccato i 281 libbre al peso ufficiale (con tanto di giacca di pelle, scherzava Usyk: "Avrà avuto dei cheeseburger in tasca").
Il punto di svolta è arrivato nei round dal sesto all’ottavo, dove Usyk ha messo alle corde Fury più volte, proprio come accaduto nella loro prima sfida. Questa volta, però, il britannico ha evitato il knockdown, ma non è riuscito a ribaltare la situazione.
Cosa c’è nel futuro di Fury?
Ora la domanda che molti si pongono è: cosa succederà a Tyson Fury? A 36 anni, con due sconfitte consecutive sulle spalle – le uniche della sua carriera – il futuro del "Gypsy King" appare incerto. In passato, Fury ha più volte parlato di ritiro, salvo poi tornare sui suoi passi. Questa volta, però, la delusione sembra più profonda.
"Tornerò a casa per Natale. Sono stato lontano per 12 settimane, ora voglio rilassarmi", ha detto Fury, lasciando intendere che una pausa dai riflettori sarà inevitabile. "Vediamo cosa porta il nuovo anno. Non mi lamento, ma sono deluso".
Il suo promoter Frank Warren non ha escluso una possibile trilogia con Usyk, ma ha anche ammesso che tutto dipenderà dallo stato d’animo del britannico. "Tyson è arrabbiato, e lo capisco. Ma dobbiamo vedere come si sente dopo le feste. È un guerriero e potrebbe voler tornare a combattere. Oppure potrebbe decidere di ritirarsi".
Usyk, il dominatore che non si ferma mai
Per Usyk, invece, il futuro appare più radioso che mai. Con un record immacolato di 23 vittorie (14 per ko), l’ucraino ha consolidato il suo status di miglior peso massimo del pianeta. Dopo aver unificato le cinture di Wba, Wba e Ibf, l'obiettivo sembra chiaro: difendere il titolo contro chiunque si presenti.
A fine match, Usyk è stato "interrotto" da Daniel Dubois, che lo ha sfidato pubblicamente per una rivincita. L’ucraino ha risposto con il solito aplomb: "Va bene, facciamolo. Dite a Turki Alalshikh di organizzarlo".
Dubois è atteso da una difesa contro Joseph Parker a febbraio, ma una vittoria potrebbe portarlo a incrociare nuovamente i guantoni con Usyk. E se ciò dovesse accadere, il campione ucraino potrebbe diventare per la seconda volta undisputed champion, cementando ulteriormente la sua leggenda.