Che tra Oleksandr Usyk e Tyson Fury il pugile più carismatico sia considerato The Gipsy King è fuori discussione. Lo è per la sua autobiografia, Dietro la maschera, per il suo passato, la depressione. Ma la verità è che della storia di Usyk non si è parlato abbastanza. Le case di produzione 011films e Ventureland però stanno lavorando a un documentario sul pugile ucraino, con la regia affidata a Pablo Benedetti. Il progetto è già nella fase di post-produzione. “Come regista, raccontare storie è una grande responsabilità e sono orgoglioso di avere questo privilegio. Con Usyk è scoccata subito una scintilla magica”, ha detto Benedetti. Finalmente vedremo cosa c’è dietro la carriera del campione: gli alti e bassi, i ripensamenti, le paure (chissà) prima dei match per il titolo mondiale contro Anthony Joshua o Fury, la patria, la vita in palestra. Ma il microcosmo di Usyk è quasi un pretesto per raccontare qualcosa che va oltre: “Per me è diventata una missione quotidiana, a cui sto dedicando tutta la mia energia e la mia vita con sacrificio. La storia di Usyk non è solo una sceneggiatura perfetta; è una parabola eterna di umanità e sport”. Oggi, ieri, sempre: la vita di certi campioni trascende il tempo. Come ha approcciato il pugile questo progetto? “Mi trovavo a Kiev quando mio fratello Serhii mi ha chiamato dicendo: ‘Ascolta, c'è una persona che vive in Italia, è un regista, e potrebbe fare un documentario su di te, non solo sulla boxe, ma sulla tua intera vita’”. E come ha detto Pablo è scattato subito qualcosa: “Non so perché, ma ho creduto in Pablo, nel fatto che avrebbe creato qualcosa di incredibile. È diventato come un fratello, parte della mia famiglia”.
Pablo Benedetti, oltre a essere regista, è anche il produttore del documentario insieme alla 011films di Davide Sordella (creata insieme allo stesso Benedetti) e alla Ventureland di John Battsek. “È stata un’opportunità unica per noi supportare produttivamente questa avventura umana e sportiva da Kiev a Riyad, passando per Regno Unito, Spagna, Turchia, Grecia, Emirati Arabi Uniti. Un lungo viaggio che ci ha permesso, e permetterà agli spettatori, di sentirsi parte di una grande famiglia: la famiglia di Usyk”, ha detto Sordella. Usyk è un campione che non fa sconti e che, al contrario del suo rivale Tyson Fury, non porta sul ring lo show, nessun balletto, zero provocazioni. Lui sul ring ci sale per vincere: “Niente fronzoli, niente sciocchezze, solo solide e impareggiabili abilità di boxe di altissimo livello”. A parlare è John Battsek, produttore vincitore di due premi Oscar per il miglior documentario con One Day in September e Searching for Sugar Man, che ha sottolineato come la storia di Usyk sia “drammatica, emotiva e incredibilmente emozionante e sono onorato di far parte del team che ha ricevuto la fiducia di Oleksandr per realizzare questo film”. 011films e Ventureland poi sono una garanzia. 011 ha prodotto tra le altre cose Fratelli di Sangue, il primo lungometraggio della società, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2006; la seconda produzione, Corazones de Mujer, ha partecipato alla Berlinale nel 2008; è loro anche One More Time, con Lucia Bosè e Magaly Solier, vincitore dell’Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 2009; rimanendo allo sport, stavolta il calcio, realizzano un documentario sull’ex attaccante di Roma e Fiorentina, Gabriel Omar Batistuta, intitolato El Numero Nueve. Anche il passato di Venturland è di rilievo: tra le loro precedenti produzioni si segnalano Rising Phoenix (Netflix), vincitore di un Emmy; The Real Charlie Chaplin (Showtime), nominato ai Critics Choice Awards; il documentario selezionato al Tiff Theater of Thought di Werner Herzog; il documentario di Mary McCartney sugli Abbey Road Studios, If These Walls Could Sing (Disney+); e Boom! Boom! The World vs Boris Becker, diretto dal premio Oscar Alex Gibney e presentato al Festival di Berlino 2023. Con questo curriculum alle spalle il documentario su Oleksandr Usyk promette bene. Cinque anni: questo il periodo di tempo trascorso da Pablo Benedetti per raccogliere il materiale da trasporre nel documentario. Un viaggio che culmina nella vittoria, a maggio del 2024, proprio contro Tyson Fury, che rende Usyk campione indiscusso dei pesi massimi, l’unico pugile negli ultimi 25 anni. Il primo di sempre ad aver raccolto tutte e quattro le cinture principali (Wba, Ibf, Wbo e Ibo). Sabato 21 dicembre a Riyadh Oleksandr cerca la leggenda, perché la storia, ormai, non gli basta più.