L’ultimo congegno partorito dal reparto corse di Borgo Panigale per la MotoGP è l’abbassatore anteriore. Ducati ha avuto un’idea brillante ed ha saputo realizzarla con intelligenza sfiorando i limiti del regolamento, altrimenti nessuno si sarebbe sognato di protestare. Invece, come per le alette prima ed il ‘cucchiaio’ poi, ora nel mirino dei costruttori c’è il nuovo holeshot per l'anteriore che permette di abbassare la moto nei rettilinei per guadagnare velocità. La sensazione è che il dispositivo potrebbe essere bandito dal prossimo anno per via delle richieste degli altri costruttori, tutavia Ducati non cede di un millimetro rivendicando di aver interpretato il regolamento in maniera del tutto legittima. Per svilupparlo d'altronde sono stati spesi tempo e risorse e ora, comprensibilmente, in Ducati non vogliono rinunciare ad un vantaggio competitivo. Anche perché tutta questa innovazione ha un prezzo anche per i piloti ufficiali, che in Qatar (per motivi diversi) non hanno terminato la corsa: Miller si è trovato a guidare una moto con problemi di elettronica (“è stato un incubo”), Bagnaia ha sottolineato di non essere un tester.
Le altre case stanno facendo il possibile per non buttarsi all’inseguimento e, con l'obiettivo di bandire il sistema, hanno fatto leva su più fronti. Dapprima si è parlato di spese, perché l’abbassatore non avrebbe di fatto una trasposizione utile al prodotto in serie. Con le sospensioni elettroniche (che in MotoGP sono vietate) già presenti su buona parte delle moto d'alta gamma, quella di Ducati è una tecnologia che troverebbe spazio quasi esclusivamente in MotoGP. Un buon motivo per non implementarlo sulle moto di serie, questo è certo, ma non un buon motivo per vietarlo. In seguito si è parlato dei piloti, per i quali - sempre secondo chi contesta il sistema Ducati - sarebbero troppo impegnati a far andare forte la moto per concentrarsi anche sulla gestione dell’holeshot. Anche in questo caso però, la risposta dei vertici di Ducati Corse è stata lapidaria: in Formula 1 sono costretti a molte più operazioni e nessuno se ne lamenta. Anche perché, ovviamente, i piloti di Borgo Panigale sono ben lontani dall’accusare un carico di lavoro maggiore rispetto agli altri a causa dell’abbassatore. Sanno di avere un vantaggio e se lo tengono stretto.
L'ultimo attacco è arrivato durante un incontro dell'MSMA (l’associazione dei costruttori) tenutosi a Losail in cui si è arrivati a parlare di sicurezza. Nello specifico Pit Beirer, direttore di KTM Motorsport, ha dichiarato che: “Bisogna rimettere in primo piano la sicurezza dei piloti. Brembo ci ha comunicato per iscritto che i freni ormai sono assolutamente al limite. Se abbassiamo anche le moto all’anteriore andiamo a guadagnare in velocità, ma dove vogliamo arrivare? A 370 Km/h? 380 Km/h? Diventa veramente pericoloso”.
Che le moto siano sempre più veloci, cosa che non migliora né lo spettacolo in pista né tantomeno la sicurezza dei piloti, è fuori discussione. Questo però non ha nulla a che vedere con l’abbassatore, il quale più che aumentare la velocità massima della moto ne aumenta trazione e accelerazione. Il picco di velocità in fondo al rettilineo è solo una conseguenza. Se Beirer - e con lui buona parte degli altri costruttori - vogliono moto più lente dovrebbero chiedere quello: una riduzione delle cilindrate magari, come nel periodo delle 800cc, o un'altra regola che pone dei paletti allo sviluppo limitando la velocità massima di tutte le moto ad una quota prestabilita. Su questo Ducati avrebbe meno potere, perché di fatto è una questione di sicurezza. Ma il punto di forza dell’abbassatore non è una velocità massima più elevata, è l’accelerazione. E se anche le moto si fermassero a 340 Km/h, arrivarci prima degli altri sarebbe altrettanto fondamentale. Affermare il contrario è soltanto ipocrisia.