“Mi chiamo Santiago Hernandez Alcaraz, ho 47 anni. Sono l’ingegnere di pista di Marc Marquez per il Team Repsol Honda”. La seconda stagione di Behind The Dream, il documentario scritto, filmato e montato da Mauro Talamonti per HRC, inizia con un primo episodio dedicato a Santi Hernandez, l’uomo che dal 2011 siede nel box di fianco all’otto volte campione del mondo. In poco più di dieci minuti, il girato ci racconta di un uomo consapevole, ossessionato dal suo lavoro, a tratti maniacale negli atteggiamenti. “Onestamente credo che molti tecnici si meriterebbero di vincere un mondiale. In molti lavorano come me, con lo stesso impegno che ci metto io, nella mia stessa posizione, eppure non hanno mai avuto la fortuna di vincere una gara. Ma continuano a lavorare con la stessa motivazione”.
Come buona parte degli episodi di Behind The Dream (già premiato dalla critica cinematografica in più occasioni), il cortometraggio ‘Santi’ ci porta dentro la MotoGP in maniera inedita: è meglio dei backstage di Dorna, degli speciali su Sky e dei documentari, in certi casi anche molto riusciti, che ogni tanto sbucano sulle piattaforme di streaming. Santi racconta di quando lavorava per Valentino Rossi ai tempi della Honda: “Per lui ero solo da aiuto per il setting delle sospensioni”, spiega mentre sullo schermo compare qualche foto dell’epoca. Con Marc Marquez invece, la storia comincia nel 2011, quando lo spagnolo - fresco di titolo in 125 - passò alla Moto2: “Mi ha voluto con sé nel salto in MotoGP, è stata una sorpresa. Io non avevo nessuna esperienza al tempo e far parte di questa famiglia è stato un sogno”.
Santi Hernandez parla anche del modo nervoso in cui vive le corse: come lui, probabilmente, solo Davide Tardozzi e Julià Marquez, costantemente tormentati dalle moto in pista. Lui però racconta anche che a casa è la stessa cosa: “Onestamente è la mia personalità, anche quando sono calmo a casa non mi fermo mai… mia moglie mi dice di smetterla”.
A colpire, tra le altre cose, è il lavoro che il capotecnico sta facendo per accettare di non essere più il riferimento di questa MotoGP. Lo fa quando parla degli altri che non hanno mai vinto, quando racconta di Marc Marquez che è un leader anche se le cose vanno male, quando spiega che bisogna dare sempre il massimo a prescindere dalla situazione. La sensazione è che su questo abbia riflettuto molto e, mentre si parla sempre più intensamente di un addio di Marc Marquez alla Honda, Santi lascia intendere che lui, se potesse, sarebbe pronto a seguire il suo pilota.