Darren Cahill ha nel podcast Tennis Insider Club, ripercorrendo la sua carriera e raccontando, cosa che solitamente non fa vista la sua discrezione, il rapporto con Jannik Sinner. L’allenatore australiano, che in passato ha lavorato con leggende come Andre Agassi, Lleyton Hewitt e Simona Halep, ha svelato alcuni dettagli inediti sulla crescita dell’azzurro, sul peso del caso doping e sulla sua imminente separazione dal team. Cahill ha spiegato come il numero uno del mondo abbia saputo affrontare un periodo estremamente complesso, tra pressioni, polemiche e l’accordo con la Wada che ha portato alla sua sospensione di tre mesi: “Jannik ha attraversato un periodo incredibilmente difficile, ma la sua maturità è impressionante. Ci sono giocatori che portano i problemi in campo e altri che li lasciano fuori. Lui li lascia fuori. È straordinario. Con tutto quello che è successo, la sua capacità di restare concentrato e continuare a vincere è qualcosa che ci chiediamo anche noi ogni giorno. È incredibile onestamente”.
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L’allenatore ha sottolineato che il team ha lavorato per proteggerlo dal clamore mediatico, cercando di mantenere l’ambiente il più sereno possibile: “Abbiamo parlato di tutte le voci che circolavano, dalle critiche dei giocatori ai media. L’altro giorno mi ha detto: ‘Non preoccuparti delle critiche di chi non accetteresti consigli’. Ha 23 anni ed è già così lucido. È un ragazzo straordinario, e l’Italia deve esserne orgogliosa”. Uno dei punti più importanti dell’intervista riguarda il futuro: Cahill ha confermato che lascerà il team di Sinner a fine stagione. Una decisione presa con largo anticipo e dettata da una logica ben precisa: “La finestra ideale per un allenatore è di tre o quattro anni. Dopo questo periodo, il giocatore ha già imparato tutto ciò che potevi trasmettergli, e il tuo ruolo diventa più quello di un manager che di un vero coach. Il miglior modo di allenare un tennista è dargli tutti gli strumenti per risolvere i problemi da solo. Quando arrivi al punto in cui, dopo tre anni, gli dici qualcosa e lui la sa già, allora è il momento di un cambiamento. Serve una nuova voce, una nuova ispirazione”.
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Poi ha chiarito che non ci sono tensioni o problemi alla base della decisione, ma solo la volontà di lasciare Sinner sempre più indipendente nella gestione della sua carriera. L’allenatore australiano ha raccontato come è nato il rapporto con Sinner, rivelando che il suo interesse per l’azzurro era scattato molto prima della loro collaborazione: “Ho commentato Jannik quattro o cinque anni fa per Espn e ho pensato: ‘Questo ragazzo è incredibile’. Il suono della palla quando colpisce, il modo in cui si muove, la rapidità di esecuzione. Sapevo che sarebbe diventato un grande giocatore. Aveva già un grande coach come Riccardo Piatti, ma quando abbiamo avuto l’occasione di lavorare insieme per una prova sull’erba, ho capito subito che era speciale”. L’inizio non è stato dei più semplici, con una sconfitta contro Tommy Paul al primo turno di Wimbledon, ma Cahill ha sempre creduto nel suo potenziale: “Non è andata benissimo quel giorno, ma ho visto subito che aveva tutto quello che serve per arrivare al top. È un ragazzo umile, con i giusti valori e una dedizione totale al miglioramento. Il talento si vedeva subito, ma è la sua mentalità a fare davvero la differenza”.
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Cahill ha parlato anche del periodo di stop forzato e della strategia del team per trasformare questi tre mesi in un’opportunità: “Abbiamo il tempo per lavorare su aspetti che, durante la stagione, spesso vengono trascurati. È quasi una preparazione da atletica leggera. Possiamo toccare in profondità le caratteristiche fisiche e tecniche su cui vogliamo migliorare. La gestione del carico di lavoro, la resistenza, la potenza: ogni dettaglio può essere affinato”.
In particolare, il focus sarà sulla terra battuta, con gli Internazionali d’Italia come primo grande obiettivo, ma senza trascurare la possibilità di testare anche il veloce in vista dei tornei estivi. Parlando delle prestazioni di Sinner nel 2023, Cahill ha sottolineato un momento che per lui è stato emblematico: “Guardare Jannik in finale agli Australian Open è stato incredibile. Ha cambiato la strategia contro Medvedev in modo totale, adattandosi perfettamente alla partita. Lo osservavo e pensavo: ‘Come fa a restare così calmo?’ Se fosse successo a me, sarei impazzito. Ma lui ha una freddezza e una maturità impressionanti”.
Infine, Cahill ha riflettuto su come Sinner abbia gestito la pressione mediatica e le critiche, dimostrando di avere la mentalità giusta per stare al vertice: “Non è da tutti sopportare il peso delle aspettative, delle critiche, delle pressioni. Ma lui è fatto per questo. C’è sempre qualcuno pronto a storcere il naso, a cercare il pelo nell’uovo. Ma la sua capacità di isolarsi e concentrarsi solo sul proprio lavoro è straordinaria. Se guardi quello che ha fatto nell’ultimo anno con tutto il caos attorno a lui, capisci perché è destinato a essere uno dei più grandi”.