Darren Cahill e Simone Vagnozzi sono stati gli architetti che hanno costruito il maestoso castello di Jannik Sinner, dopo che Riccardo Piatti ha gettato le fondamenta. In occasione della finale degli Australian Open, il super coach australiano, che lascerà il team a fine anno, ha tracciato un bilancio toccante e pieno di prospettive per il futuro del suo giovane allievo.
«Nessuno è infrangibile, non potrei essere più fiero della sua forza e resilienza», ha detto Cahill, sottolineando la crescita di Sinner dentro e fuori dal campo. Questo torneo è stato un viaggio di emozioni forti: dalla sconfitta del primo set contro il carneade Schoolkate, ai crampi contro Shelton, passando per il dominio con De Minaur e la battaglia contro Rune. Jannik è uscito da ogni sfida più forte, dimostrando una maturità rara per i suoi 23 anni confermata poi anche in finale contro Zverev.
Un dettaglio emerso dalle parole di Cahill ha acceso la fantasia degli appassionati: una telefonata con Andre Agassi, suo ex pupillo e leggenda del tennis mondiale. «Ho parlato con Andre venerdì, volevo sapere come vede il tennis di Jannik, di cui è un grande fan, e in quali aree immagina i prossimi miglioramenti». Agassi, vincitore di otto Slam, è stato spesso paragonato a Sinner per il loro stile di gioco audace e il modo di affrontare la pressione. «Per certi versi sono simili, per altri molto diversi. Andre è stato un grande campione, una leggenda, ma Jannik è sulla strada giusta per provare a seguire un percorso simile», ha aggiunto Cahill.
Questo confronto alimenta la suggestione: e se fosse proprio Agassi a prendere in mano il testimone lasciato da Cahill? L’eterno kid di Las Vegas, con il suo carisma e la sua esperienza, potrebbe essere l’ideale per accompagnare Sinner nei prossimi passi della sua carriera.
Negli ultimi 12 mesi, il team Sinner ha affrontato difficoltà fuori dal campo, ma Cahill non nasconde l’orgoglio per il percorso del suo allievo: «Jannik è molto maturo per la sua età. Ha vissuto momenti di grande pressione, ma è stato capace di metterli da parte e vincere uno US Open e tanto altro. In Italia possono essere orgogliosi di lui». Un cammino fatto di resilienza e sacrificio, in cui Sinner ha dimostrato di avere la stoffa del campione.
Cahill ha poi parlato dell’evoluzione del giovane altoatesino: «È maturato molto rispetto a un anno fa. Devi avere la testa salda sulle spalle per reggere le aspettative, i media, i tifosi e 15 mila spettatori a match. Non ho mai visto nessuno affrontare la pressione bene come Jannik. Spesso ci dimentichiamo che ha 23 anni, ha bisogno degli amici, dei genitori, di chi gli vuole bene».
Per Cahill, il lavoro di squadra è stato fondamentale: «Il nostro è un lavoro collettivo. Ma è Jannik a rendere tutto possibile: è lui che va in campo e fa sì che le cose succedano con la racchetta, gestendo la pressione». Queste parole, che suonano come un testamento sportivo, indicano che il futuro è tutto nelle mani di Sinner. Con l’incognita su chi sarà il prossimo allenatore, il percorso di Jannik sembra sempre più segnato verso la grandezza. Che sia Agassi o un altro grande del tennis, una cosa è certa: Sinner ha già dimostrato di essere pronto per continuare a scrivere il suo capitolo nella storia di questo sport.