Domenica mattina alle 9:30 la finale dell’Australian Open tra Jannik Sinner e Sascha Zverev sarà trasmessa in chiaro sul Nove. Una decisione accolta con entusiasmo da chi, senza abbonamenti, avrà l’occasione di seguire il numero uno del mondo in uno degli appuntamenti sportivi più importanti dell’anno. Warner Bros Discovery Italia ha risposto alle richieste sempre più insistenti del pubblico, assicurando la trasmissione dell’evento a un’audience più ampia, nonostante l’intervento del ministero delle Imprese e del Made in Italy per includere gli Slam nella lista degli eventi obbligatoriamente in chiaro si sia arenato nella burocrazia di Bruxelles. Dopo aver raccolto i pareri favorevoli di tutti gli operatori partner di Eurosport (tra cui Sky, Dazn, Tim e Amazon) è arrivata la conferma che la partita sarà visibile gratuitamente. Un gesto definito come “un grande risultato per lo sport e i tifosi”. Lo stesso Alessandro Araimo, Ceo di Warner Bros Discovery Italia, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra i vari distributori: “Non vediamo l’ora che sia domenica per questo straordinario appuntamento sportivo”. Eppure, non manca chi storce il naso.
Non che la trasmissione in chiaro sia sbagliata, intendiamoci. È un’occasione straordinaria, con un italiano numero uno al mondo in finale di uno Slam, ed è giusto che venga data la possibilità al maggior numero di persone di seguire l’evento. Ma il tempismo (questa decisione che arriva a ridosso della finale, dopo che migliaia di fan hanno già tirato fuori la carta di credito) non fa che alimentare una sensazione di malcontento generale. Perché non dirlo prima? Perché non prevedere già a inizio torneo che, in caso di finale con Sinner, si sarebbe aperto al pubblico generalista? Insomma, il problema non è che Sinner-Zverev vada in chiaro. Il problema è che, ancora una volta, il sistema sembra premiare chi aspetta, non chi investe. E questo, nel lungo periodo, rischia di essere un autogol clamoroso per le piattaforme a pagamento. Intanto a Melbourne si è giocata l'altra finale, quella del doppio maschile in cui Bolelli e Vavassori in tre set hanno sprecato una grande opportunità dopo oltre tre ore di gioco.