Da Melbourne arrivano dichiarazioni molto forti e no, non riguardano la finale tra Jannik Sinner e Sasha Zverev, ma (ancora) il caso del doping Clostebol del numero uno al mondo. A parlare è John McEnroe, una leggenda vivente, che al Corriere della Sera ha parlato così: “Non sono sui social, quindi non leggo cosa scrive Kyrgios, ma sappiamo che ama cercare attenzione. Detto questo, le domande sul caso Clostebol sono legittime: perché abbiamo saputo di Sinner positivo a marzo solo ad agosto? Perché la sentenza del Tas arriverà dopo più di un anno? I protocolli devono cambiare. Però continuo a credere che il tennis sia uno sport pulito”. E come mai non usa i social? “Perché finirei in galera. Sono pieni di sciocchezze e falsità. Mi interessa più cosa Kyrgios fa in campo che quello che posta. Però, con Nick vado d’accordo: è un uomo pieno di demoni, mi ricorda un po’ me stesso”. Poi la differenza tra lui e Sinner: “Con Jannik abbiamo avuto uno scambio in campo su questo: certo io ho un carattere diverso, lui ama tenere per sé le sue emozioni, comunque adesso hanno chiuso i microfoni sul campo quindi non si sente niente di cosa dicono i giocatori. Ai miei tempi, senza microfoni, mi sarei risparmiato un sacco di denaro”.
Ma potrebbe mai diventare il suo allenatore nel post Cahill? “Darren è un amico, lavoriamo insieme in tv, lo conosco da molto tempo. Per il suo lavoro, merita la Hall of Fame: ha portato al top Hewitt, Halep, Agassi, Sinner. Con lui Jannik ha fatto il salto di qualità decisivo. Quel ragazzo non colpisce la palla, la spacca! Gioca così veloce che non dà il tempo all’avversario di pensare. Ha distrutto il povero De Minaur! Siamo entrati nell’era dei grandi picchiatori. Più alti, più potenti, più violenti. E date retta a me: Joao Fonseca è il prossimo Sinner. A tempo pieno non potrei allenarlo: significa stare fuori da casa 35-40 settimane all’anno, non fa per me. Se fosse un impegno part time, però, perché no? Jannik ha un anno davanti per scegliere e riorganizzarsi. Farà colloqui con Ivanisevic, Ljubicic, con chi crede. Escludo, per la mentalità che ha, che l’addio di Cahill possa condizionarlo. Hanno lavorato insieme più di tre anni, sentire una voce nuova gli farà solo bene. Guardi Djokovic con Murray: è rinato. Chi avrebbe pensato che quei due andassero così d’amore e d’accordo; invece, è sbocciata una storia fantastica”. Sembra tutto fuorché un no…