Novak Djokovic si è ritirato nella semifinale degli Australian Open contro Alexander Zverev a causa dello strappo alla coscia sinistra che già durante i quarti contro Carlos Alcaraz, gli aveva dato problemi. Nonostante il pubblico di Melbourne non abbia reagito bene, Nole, nonostante il dispiacere, è stato un campione in conferenza stampa: “Ho cercato di curarmi con farmaci e fisioterapia, ma non è servito. I primi colpi che ho tirato sono stati nel riscaldamento con Sascha. Stavo bene, ma man mano che giocavo il dolore peggiorava. Ora farò il tifo per Zverev e spero che ce la faccia qui. Merita il suo primo Slam”. Abbiamo parlato di questo, ma anche di Sinner, con il campione omar Camporese: “Il ritiro di Djokovic è un gran peccato, perché era la semifinale più attesa e dopo la partita che ha fatto contro Alcaraz credo che volesse dimostrare che ancora c’è. Ma nella semifinale con Zverev il riacutizzarsi del dolore che ha avuto in precedenza l’ha pagato: quando si va avanti con l’età recuperare da episodi simili è sempre più difficile. Peccato perché stava giocando davvero bene. Dall’altra parte c’è Zverev che è in una forma strepitosa: ci siamo persi una semifinale stupenda”. Poi è intervenuto sulle polemiche del pubblico: “Poverino, si è fatto male, che cosa doveva fare? Già il fatto che possa aver giocato in una situazione simile contro Alcaraz dovrebbe far capire di chi stiamo parlando. La gente si è lamentata per i biglietti comprati? Se si è ritirato uno come così vuol dire che stava proprio male. Figurati se Nole si ritira se non ha nulla, lottatore com’è”.
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Ora che Sinner ha vinto in tre set contro Shelton, che cosa dobbiamo aspettarci dalla finale? “Una finale con Nole sarebbe stata meno temibile perché va tenuta in considerazione l’età e le condizioni in cui ci sarebbe arrivato, ovvero agli estremi. Jannik con Zverev deve stare attento, perché sul rovescio è uno che tiene bene e non sfondi, poi è in gran forma ed è la prima volta che si gioca la finale di uno Slam, questa cosa non è da sottovalutare. Ai punti parte più favorito lui di Zverev, anche per la velocità e per soluzioni di gioco, ma è un match molto tosto e dipende molto da Sasha, perché se è nella la giornata in cui serve bene contrastarlo diventa davvero difficile”, ha detto Camporese. Ma non abbiamo visto Jannik in ottia forma, c'è stato anche l'ingresso del fisioterapista in campo, ha vinto più per meriti propri o per demeriti altrui? “Quella di Sinner è stata una bella partita perché Shelton è un buon giocatore, ha avuto le sue occasioni e l’ho visto nettamente migliorato. Se vogliamo il risultato è un po’ bugiardo, ma considerate che ora per tenere il ritmo di Sinner devi andare oltre le tue capacità e quindi fai errori gratuiti come ha fatto Shelton. Non puoi battere Sinner in questo momento da fondo campo”. E Jannik come sta? “Ha avuto due volte un problema alle gambe, ma poi ha corso su tutte le palle e si appoggiava bene. Penso sia solo un piccolo risentimento, l’ho visto bello lucido e carico”.
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C’è chi lo ha visto teso, ma Camporese spiega che “Jannik ora è il numero uno al mondo e ha più responsabilità, è il detentore del titolo, vuole andare avanti e mantenere il titolo. È molto vicino a fare il grande Slam, nessuno può impensierirlo. Forse Alcaraz, ma ora è in condizione mentale molto delicata, non doveva perdere la partita contro Djokovic. Sinner ha una forza mentale incredibile, non si scompone mai. Nessuno come lui”. Poi gli abbiamo chiesto del futuro di Sinner con Cahill: “Quando una persona è da 45 anni nel tennis e viaggia in continuazione diventa difficile reggere e questo è un momento in cui lui vuole riposarsi e fare altro. Ma è un peccato e spero che possa ripensarci, lo capisco, non è facile. Anzi, grande plauso a lui perché è riuscito a reggere per così tanto tempo. Vagnozzi però ora ha davvero acquisito molta esperienza, non so se Sinner prenderà un altro allenatore, anche se c’è l’ipotesi che ad affiancarlo ci sia McEnroe, sarebbe bellissimo, ma bisogna vedere”.