Jannik Sinner non si ferma. Il numero uno al mondo ha battuto Alex De Minaur nei quarti di finale degli Australian Open 2025 con una prestazione impeccabile, chiudendo la partita in meno di due ore. L’altoatesino, in forma dopo il malore che lo aveva condizionato contro Holger Rune, ha confermanto ancora una volta la sua netta superiorità sull’australiano, testa di serie numero 8, che esce sconfitto per la decima volta in carriera contro il campione italiano. Il match non ha avuto storia: Sinner ha dominato e ora lo attende la semifinale di venerdì, dove affronterà lo statunitense Ben Shelton, testa di serie numero 21, reduce dalla vittoria in quattro set contro l’azzurro Lorenzo Sonego. A commentare sia i quarti che le semifinali ci sono Adriano Panatta e Paolo Bertolucci che, nel podcast La Telefonata non si sono risparmiati: “Per quanto riguarda quella partita mi sento molto Sandra Mondaini quando diceva ‘che barba, che noia’. Poveraccio De Minaur dovrebbe dire ‘guardate io non ci vengo, senza offesa’, ha detto Panatta commentando la netta vittoria di Sinner. Ma subito Bertolucci ha rincarato la dose: “Se lo sogni anche la notte. Lui deve vedere il tabellone, gli iscritti e quando vede che c'è Sinner deve ringraziare e non giocare, presentarsi poi al prossimo torneo. È come se Jannik giocasse con un B2. Uguale, non ha proprio chance”.
Poi passano all’attacco di Shelton: “Sonego ha giocato alla pari con questo simpaticone, membro del club degli scienziati, però ha giocato bene. Ora ci gioca Sinner in semifinale, ma dove vuoi che vada… almeno ora ha il ruolo di membro onorario del club. Ma poi vorrei fare la disamina di questo giocatore: americano che, al di là del servizio molto buono, forse tra i primi cinque servizi in circolazione, il resto è poca roba. In difesa non sa giocare, in avanti non è risolutivo. Poi magari ogni tanto fa un colpaccio, ma non è uno di quelli che ti preoccupa nell'andamento del match se sei un giocatore solido da fondo campo. Shelton gli fa il solletico. Berrettini, che ha un servizio al livello di Shelton, poi però ha anche il dritto che è risolutivo. Lui quel dritto non ce l'ha. Poi la cosa incredibile è che lui, a quel livello lì, quando sbaglia lo fa anche in un metro e mezzo, ha delle palle che vanno fuori proprio di un metro, non è che vanno vicino alla riga. A rete è un po’ acrobatico perché bene o male qualcosa fa. Poi per carità stiamo comunque parlando di un livello alto perché altrimenti non sarebbe in semifinale, però è un giocatore che per vincere contro Sinner dovrebbe fare 50 ace”. Poi Panatta asfalta anche Djokovic: “Voglio parlare di quello che voleva ritirarsi al secondo set, ma non ci aveva pensato proprio per niente quello a ritirarsi (ride ndr). Ma il bello è che la gente ancora abbocca, e anche Alcaraz ha abboccato con tutti gli stivali, e ora voglio portare anche per lui la richiesta di ingresso nel club degli scienziati”.