Pochi giorni dopo l'inizio dell'Australian Open per Jannik Sinner è arrivata una buona notizia. Lo scorso martedì Il Tas (Tribunale arbitrale dello sport), che dovrà giudicare anche sul ricorso della Wada contro l’assoluzione dell’italiano sul caso Clostebol, ha annullato la squalifica per 4 anni imposta 11 mesi fa a Briane Harris: una giocatrice canadese di Curling. La sportiva era stata sospesa dalle competizioni dopo essere risultata positiva a un integratore chiamato Ligandrol. L’elemento che interessa Sinner è nella motivazione della decisione, in quanto il Tas ha ritenuto che da parte dell’atleta canadese non ci sia stato “dolo o negligenza” nell'assunzione della sostanza. Questa è la stessa ragione per cui Sinner era stato assolto in “primo grado”.
Lo stop per Harris era arrivato per l’appunto dopo la positività al Ligandrol: un integratore utilizzato per la produzione di testosterone, l'aumento della massa muscolare e la riduzione di quella grassa. L’atleta era stata contaminata da suo marito durante rapporti sessuali. Il coniuge di Harris infatti non l’aveva informata dell’assunzione dell’integratore. Dopo la squalifica, la giocatrice aveva fatto subito ricorso al Tas che ha annullato la decisione perché, a suo parere, non c’era stato da parte della stessa “dolo o negligenza” nell’assunzione della sostanza. La motivazione della sentenza recita: “L’atleta ha adempiuto a tutti i suoi obblighi per evitare contaminazioni. Harris non poteva sapere o sospettare che suo marito usasse il Ligandrol e non ne conosceva i potenziali rischi di contaminazione. Non ha mai condiviso cibo né bevande in pubblico e in privato per evitare qualsiasi forma di contaminazione”.
Anche nel caso Sinner, come ricostruito nella sentenza di "primo grado", la contaminazione era stata involontaria: il suo fisioterapista Giacomo Naldi aveva utilizzato una pomata a base di Clostebol per curare una ferita al dito e, nel corso di un successivo massaggio, il Clostebol era entrato in contatto con l’italiano. A causa di ciò Jannik, lo scorso marzo, era risultato per due volte positivo alla sostanza. Nonostante l’assoluzione, la Wada a fine settembre ha fatto ricorso al Tas chiedendo la sospensione, per un periodo compreso tra uno e due anni, per il numero 1 al mondo. Il 16 e 17 aprile, a Losanna, ci sarà l’udienza a porte chiuse in cui si discuterà del caso.
La decisione del Tas sulla giocatrice di curling è un precedente che potrebbe influenzare in modo positivo la decisione sulla squalifica o meno di Jannik. Dopo questa notizia forse l’italiano scenderà in campo con un pizzico di ottimismo in più nonostante l’ombra della squalifica sia sempre presente. Anche questa volta, come ha già fatto ad esempio alle ultime Atp Finals di Torino vincendole, dovrà mettere da parte le polemiche sul caso Clostebol e concentrarsi solo sul campo. L’obiettivo dell’italiano, e del suo team, per l’Australian Open è chiaro: vincere per il secondo anno di fila questo slam.