Da campione a coach, Boris Becker di Slam ne sa qualcosa: sei vinti da giocatore e altrettanti da allenatore di Novak Djokovic. E domani, guardando la finale tra Jannik Sinner e Sascha Zverev, il suo cuore sarà diviso tra la Germania e l’Italia, la sua nuova casa. La leggenda del tennis analizza con a La Gazzetta dello Sport il percorso di Sinner in questo Australian Open e le sfide che lo attendono: “L'inizio non è stato brillante” ammette Becker. “Nella prima settimana non giocava al meglio, cercava ancora la forma giusta. La svolta è arrivata contro Rune: stava malissimo, ma è stato bravo e fortunato perché il danese non ha saputo approfittarne. Dopo un po’ di riposo, contro De Minaur ha mostrato il miglior Sinner, il numero uno del mondo che conosciamo”. Anche contro Shelton, però, non è stato perfetto: “Ha avuto crampi nel terzo set, probabilmente per la tensione, non certo per due ore di gioco. Quest’anno sente di più la pressione, ed è normale, considerando che è il campione in carica”. E su questo Becker non ha dubbi: “Difendere uno Slam è una delle imprese più difficili nel tennis. La prima volta non hai aspettative, ma quando torni tutti si aspettano che ti ripeta. È una questione di orgoglio, e Jannik, giustamente, ne ha molto. Vuole dimostrare a sé stesso che può farcela”.
Poi ha parlato della finale con Zverev che, secondo Becker, è al massimo della forma: “Questo è il miglior Zverev che abbiamo mai visto. Il suo servizio è diventato un’arma micidiale, ma Sinner ha nella risposta il suo punto forte. Sarà una sfida equilibrata, tra i due giocatori migliori del momento. Se Jannik riuscirà a rispondere al servizio di Sascha e a impostare scambi aggressivi, avrà concrete possibilità di confermarsi”. Anche se tutti pensavano (e speravano) in una finale tra Sinner e Alcaraz: “Carlos è stato battuto da Djokovic, ma ha perso una grande occasione. Sarà arrabbiato e deluso, ma il suo team saprà aiutarlo a capire cosa non ha funzionato a Melbourne”. Poi su Djokovic Becker tira una rasoiata: “Per la prima volta potrebbe dover guardarsi dentro e chiedersi se non abbia puntato troppo in alto. Il 25° Slam sarebbe un traguardo straordinario, ma richiede uno sforzo fisico e mentale enorme. Con Murray al suo fianco, però, sta ritrovando energia e concentrazione. La loro collaborazione è positiva e credo che continuerà”. Poi la separazione di Sinner da Darren Cahill sarà un momento delicato per Sinner: “Darren e Vagnozzi hanno fatto un lavoro eccellente portandolo al numero 1, ma sentire una voce nuova potrebbe essere stimolante per Jannik. Il pensiero più grande, però, è il processo al Tas. Mi ha stupito il ricorso della Wada. La linea tra negligenza e innocenza è sottile, ma credo fermamente che Sinner sia assolutamente innocente. Spero che tutto si risolva per il meglio”.