Solo poche ore prima se ne era uscito con dichiarazioni piuttosto decise sulla “lentezza degli altri piloti Yamaha” e sulle criticità della M1 e adesso Cal Crutchlow ha deciso di picchiare ancora più duro alla vigilia del GP della Thailandia. E’ il collaudatore della M1, ma questo non basta per non fargli dire quello che pensa su una moto che, come diceva da tempo anche Valentino Rossi, è figlia di un progetto fin troppo vecchio: “Manca la potenza e diventa difficile essere performanti, è questo il grande problema”.
Un problema che, però, rischia di essere mascherato dalle prestazioni che Fabio Quartararo riesce a ottenere, con Cal Crutchlow che, però, ha le idee molto chiare anche su questo: “Il fatto che Fabio riesca a fare certe cose non significa che ci possono riuscire tutti. Fabio è bravissimo a tirare fuori il meglio dalla M1 ma non sempre basta”. Il rischio, manco a dirlo, è quello di ritrovarsi tra le mani una moto che va forte con un solo pilota. Una storia già vissuta da Cal Crutchlow ai tempi della Honda: “Io lo chiamo effetto Marc Marquez – dice Cal – Tutti possono vedere quello che Marc fa, ma nessuno riesce a replicarlo. Adesso in Yamaha il mio ritmo non è male, ma soffro in aree in cui anche Dovi ha avuto problemi. E so perché. Fabio non ha questi problemi e so perché. Non è lento nelle curve come noi, quindi non ha bisogno di premere tanto sull'acceleratore e non c'è slittamento della ruota posteriore. Come guida e come riesce a prendere la curva, sempre sulla traiettoria giusta, è il motivo per cui è così veloce e molto meglio degli altri piloti Yamaha. E' senza dubbio il miglior pilota delle M1 in questo momento e ottiene il massimo dalla moto, ma credo che su questo in Yamaha si debba lavorare: dobbiamo cercare di far stare meglio gli altri piloti”.
Rotta tracciata, quindi, con Crutchlow che ribadisce di aver vissuto qualcosa di simile quando era con la Honda, spiegando, però, che lo stile di guida di Marquez – così come quello di Quartararo – è molto diverso da quello della maggior parte dei piloti che Cal definisce “normali”. Viene da dire, però, che le situazioni non sembrano proprio le stesse. Perché se da un lato è vero che Yamaha rischia la stessa deriva di Honda (sviluppare una moto che è adatta a un solo pilota), è altrettanto vero che Marc Marquez, ai tempi, non si lamentava rispetto a eventuali mancanze della sua RC213V. Fabio Quartararo, invece, chiede da mesi maggiore potenza e la possibilità di sviluppare più velocità proprio per evitare di dover prendere rischi troppo alti in frenata. Marquez, in estrema sintesi, era comunque contento della sua moto, mentre Fabio Quartararo, proprio come Cal Crutchlow, non lo è affatto e non sa più come dirlo.