La verità è che non capiscono un ca**o! Il Cal Crutchlow pensiero si potrebbe riassumere esattamente così, con il collaudatore inglese della Yamaha che è entrato a gamba tesissima nel dibattito sui bonus da riconoscere ai piloti per le Sprint Race. Un tema, questo, di cui ha parlato recentemente anche Carlo Pernat, tirando via il velo da una situazione che è di forte tensione tra organizzatori, case costruttrici e piloti.
I primi hanno la necessità di introdurre il nuovo format per provare a arrestare l’emorragia di pubblico che ha fatto seguito all’addio di Valentino Rossi e alla lunga assenza di Marc Marquez; i piloti, dalla loro, si ritrovano con lo stesso stipendio e il doppio delle gare da fare e le case costruttrici, complice anche la crisi economica, non vogliono sentir parlare di revisione dei contratti. Per ora si è al muro contro muro, con Crutchlow che, pur sposando l’istanza dei piloti, se la prende senza mezzi termini con la superificialità che usano al momento di firmare i contratti.
“I piloti non sono particolarmente intelligenti – ha tuonato Cal - Se firmi un contratto, è meglio che farlo a gara. Questi idioti, invece, firmano per una stagione intera. Ma ora ci sono improvvisamente il doppio delle gare. A me non sarebbe capitato. Sono sempre stato intelligente nella mia carriera e ho preso accordi in termini di numero di gare perché non sai mai cosa succederà. Forse c’è bisogno di manager decenti in MotoGP". Parole alla Crutchlow maniera, con il collaudatore inglese della Yamaha che spara a zero sulle Sprint Race, considerandole una mancanza di rispetto non solo per i piloti, ma anche per tutti coloro che lavorano nel paddock. “Non riesco a immaginare 21 weekend di gara. I piloti ricevono comunque il miglior trattamento, ma per tutti gli altri andrà peggio ancora – aggiunge Cal - le gare sprint le odierei se corressi ancora: saranno come le qualifiche. Perché in qualifica fai sei giri, o otto, con i giri in entrata e in uscita. Per me personalmente è troppo. È difficile per i piloti e tutti quelli che hanno una famiglia. Per gli altri è una situazione diversa, ma personalmente penso che 18 Gran Premi siano sufficienti. Ma bisogna stare, perché tanto se anche ci fossero 30 gp a stagione ci sarebbe chi sarebbe disposto a farli. Si sente sempre dire che la Formula1 ha ancora più gare. Ma la metà delle volte in Formula 1 hanno anche più persone. Magari i meccanici e gli ingegneri sono sempre gli stessi, ma quando arrivano in pista è tutto pronto. In MotoGP, invece, si cerca di farlo con meno meccanici e ora dovranno lavorare tutti il doppio".