“A volte serve anche un po’ di lotta e qualche urlo per riuscire a far cambiare una moto” – Lo ha detto Cal Crutchlow e il riferimento, chiaramente, è alla Yamaha M1. Quella moto ha vinto il mondiale lo scorso anno con Fabio Quartararo e lo ha guidato per molte settimane in questo 2022 sempre con il pilota francese, ma adesso tutti i problemi del mezzo stanno venendo a galla e per il collaudatore inglese della Yamaha non c’è più tempo da perdere. “In Giappone – ha spiegato – c’è una mentalità molto diversa. I risultati ci sono stati e questo ha fatto sì che molti cambiamenti non avvenissero. Quando ero in Honda succedeva più o meno la stessa cosa e a volte è stato necessario alzare i toni per ottenere dei cambiamenti”.
Dovrà necessariamente farlo anche Fabio Quartararo, visto che ha un contratto che lo lega a Yamaha per altri due anni, e Cal Crutchlow s’è esposto in prima persona, anche in virtù del suo ruolo di collaudatore, per provare a tracciare la rotta. Ma bisognerà capire come la prenderanno gli ingegneri giapponesi. Crutchlow, dalla sua, dice di sapere quale è il reale problema della M1: “Non è solo questione di velocità – ha spiegato – la potenza c’è, ma è come la gestisce l’elettronica a non andare bene. Nelle prime tre marce l’erogazione è brutale e non è facilmente gestibile. Gli ingegneri stanno lavorando duramente e sono molto gentili nell’ascoltare le indicazioni dei piloti, ma non sempre è possibile risolvere tutto in tempi brevi”. A farne le spese, però, è Fabio Quartararo (oltre agli altri piloti della Yamaha), con il francese che si ritrova a due gare dalla fine a meno 14 punti da Pecco Bagnaia. Per Crutchlow, però, Fabio Quartararo può ancora farcela e, anche se non dovesse riuscirci, ha già compiuto un mezzo miracolo: “Non si arrenderà, questo è certo – ha detto l’inglese - È un momento difficile, e dobbiamo tenere presente che sta guidando al di sopra delle possibilità della Yamaha. Non può fare più di quello che fa, è incredibile che abbia guidato il Mondiale con questa moto. Fabio qui in Malesia può essere forte e penso che farà bene, ma quello che serve anche a noi è che non lo facciano gli altri”.
Una battuta, quella di Crutchlow, per sottolineare che, alla fine dei conti, le Ducati sono più veloci e che non dipenderà, quindi, solo da Fabio Quartararo. A prescindere da come andrà questo mondiale, per Cal Crutchlow c’è da avviare già il lavoro per la prossima stagione. Lui è pronto, ma non intende più fare la vita del pilota e lo ha detto chiaramente nella stessa intervista: “Mi piace guidare e mi sento molto bene a 36 anni – ha spiegato - Ma non voglio continuare con questo ritmo di vita: voglio dedicarmi alla mia famiglia e non rischiare di essere chiamato per salire in moto. Tra l’altro il campionato è sempre più impegnativo e i ritmi sempre più serrati: non bastano più neanche 18 gare. L'impegno delle squadre e dei piloti dovrà essere molto alto. Conosco Carmelo Ezpeleta da molto tempo e ha fatto grandi cose per questo sport, ma non capisco questa decisione di allungare così tanto il calendario".