Liberty Media sta cominciando a lavorare sulla MotoGP e le prime conseguenze cominciano a palesarsi nel paddock: Guenther Steiner ha acquistato il Team Tech3 in MotoGP e Max Verstappen ha tentato (senza successo) di rilevare una squadra, come a dire che dall’esterno la fiducia nella nuova proprietà è altissima. All’interno, invece, c’è molta più preoccupazione, tra chi teme per la propria scrivania e chi avverte la fine di un’epoca. Il che non è del tutto sbagliato.
A Misano, per esempio, è stata annunciata la fine del mondiale MotoE senza alcun genere di preavviso: si pensava che sarebbe stata soppressa a fine 2026, come anche raccontato da Carmelo Ezpeleta, invece la carenza di sponsor, interesse e copertura mediatica - il campionato è stato ucciso da chi l’ha costruito - hanno portato Dorna a chiudere i battenti con un anno d'anticipo. Ne sarà felice Ducati, che nonostante l’appoggio di Audi ha investito ben più di quanto le sia ritornato in questo progetto, anche se a detta degli uffici marketing di Borgo Panigale si continuerà a lavorare su batterie allo stato solido. Altra ondata di entusiasmo per meccanici, ingegneri e tecnici che in MotoE lavoravano a tempo pieno.

L’eletto per la MotoGP del futuro
Al suo posto arrivano le Harley Davidson, bagger stravolte dal costruttore americano per un campionato fatto di eccessi, valigie laterali (vuote) e componenti raffinatissimi. A sentirle dal vivo le bagger sono uno spettacolo e non solo se messe a confronto con la MotoE: suono cupo, gutturale, cavernoso e potente, provare per credere. Per non parlare del fatto che sono sempre di traverso. I costi per i team, tuttavia, sono quasi doppi rispetto alla MotoE, non solo per la componentistica necessaria a “fare” la moto ma pure per l’impegno tecnico necessario a tenerla in ordine: di fatto ci vogliono dei meccanici ben più specializzati, il che inciderà non poco sul bilancio di fine stagione. Per spingere forte il campionato però, che si svolgerà in concomitanza con il mondiale, tra le squadre attualmente iscritte ne figura già una guidata da Keanu Reeves. L’attore, appassionatissimo di moto di cui è collezionista e costruttore (con la sua Arch Motorcycles), si è fatto vedere spesso nel paddock e, a quanto pare, lo frequenterà sempre più spesso per traghettare gli americani davanti alla MotoGP. Chissà, in questa manovra, quanto c’è del Keanu appassionato e quanto dell’attore.

Paddock e mondiali spaccanti
Per uniformare la MotoGP alla Formula 1, Liberty Media ha deciso di dividere le tre categorie del motomondiale sia dal punto di vista tecnico che da quello filosofico. Da una parte, infatti, gli unici titoli mondiali presi in considerazione dai media saranno quelli della MotoGP (quindi 8 per Giacomo Agostini, 7 per Valentino Rossi, 2 per Pecco Bagnaia e via dicendo), esattamente come succede adesso per la F1. Al contempo il paddock verrà fisicamente diviso in due, sia in termini logistici che di target: la MotoGP avrà il suo boulevard con le hospitality pulite, gente in camicia di lino, orologi in oro massiccio e litrate di profumo, mentre in Moto2 e Moto3 sarà il trionfo delle corse normalizzate, dove nessuno si scandalizza se un pilota gira senza divisa o se qualcuno mangia un panino fuori dal camion. A questo proposito cambierà anche il modo in cui i lavoratori nel paddock potranno mangiare e bere tra un turno e l’altro. In futuro, poi, c'è da aspettarsi campionati Moto3 e Moto2 sempre più europei, con un calendario ridotto rispetto alla MotoGP più simile a quello adottato dalla Superbike come numero di appuntamenti e tracciati coinvolti.

Cercasi cani e influencer
Ci sono tanti modi per raccontare i numerosi cambiamenti della MotoGP e uno, di certo, è sul tipo di ospiti che l’organizzatore si preoccupa di portare in circuito: i cani, per esempio. Mentre fino a poco tempo fa portare il proprio cane in pista era fortemente sconsigliato ai piloti, l’engagement del cagnolino di Charles Leclerc o del bulldog inglese di Lewis Hamilton ha persuaso gli organizzatori della MotoGP a fare la stessa cosa: a Barcellona Raul Fernandez si è presentato col suo cane, Pancho, a cui era stato stampato anche un pass, mentre a Misano è stato il turno di Hagrid, cane di Enea Bastianini, e Turbo, il bassotto di Pecco Bagnaia. Assieme ai cani entrano anche gli influencer, italiani e non solo, per raccontare la MotoGP in un reel di novanta secondi e arrivare così a nuovi potenziali fan del "Most exciting sport on earth".
E poi? Col tempo cambieranno anche le logiche di assegnazione dei pass alla stampa, vedremo finanziamenti per le testate più rilevanti in modo da garantire una copertura dello sport, il formato video prenderà sempre più piede, i piloti saranno impegnatissimi, l’interazione umana più difficile. Non che questo sia solo ed esclusivamente una brutta cosa. Oggi, rispetto alla Formula 1, la MotoGP ha due ruote in meno e moltissime cose in più: sarebbe il caso che almeno questa equazione restasse invariata.
