“Ci sono persone che si motivano con i fischi e le critiche e altre che si deprimono. Marc Marquez è uno di quelli che ci trova la spinta”. Lo ha detto Alvaro Bautista, nella lunga videointervista con Nico Abad, tornando a parlare anche del 2025. “Quel famoso incidente – dice a proposito dei (pochissimi in verità) fischi di Misano – è accaduto ormai dieci anni fa, ma il punto è che Valentino è dio in terra in Italia. Quindi, ovviamente, chiunque sia un rivale di Valentino verrà schiacciato. Non perché è Marc, ma perché è stato un rivale di Valentino e ci sono stati quegli episodi nel 2015”. E’ il punto di vista del campione spagnolo, che ha ripercorso anche i suoi anni in MotoGP con il rammarico di chi è convinto che per lui le cose sarebbero potute andare in maniera diversa. “Questione di momenti e occasioni” – spiega.

Secondo Bautista, infatti, non c’è paragone tra quella MotoGP e quella di oggi dove vince praticamente sempre uno solo. “La verità adesso è che se Marc Marquez non vince è perché cade – dice ancora Bautista – Ai miei tempi era diverso e il prezzo da pagare per chi arrivava era molto più alto. prima c'era una differenza tra una moto ufficiale e un'altra. C’erano due ragazzi della Yamaha che si chiamavano Jorge Lorenzo e Valentino Rossi; in Honda, c'era Dani Pedrosa e c'era pure Marc. Quando non c'era Marc, c'era Casey Stoner. C'era Andrea Dovizioso. C'erano Niky Hayden, Cal Crutchlow e altri che potevano vincere ogni domenica. All'epoca Marc vinceva, ma non vinceva sempre e capitava non raramente che gli altri lo battessero. Ora che Marc ha ritrovato la forma e ha una buona moto, nessuno può batterlo. Penso che prima ci fosse un livello più alto: più piloti che lottavano per la vittoria”.

Una supremazia assoluta, quella di Marc Marquez, che, però, rischia di rivelarsi anche un boomerang per Ducati se a Borgo Panigale non sapranno fare tesoro di ciò che la storia ha già detto. Non si tratta solo di “non lasciare indietro” Pecco Bagnaia, ma di ricordarsi quanto accaduto anni fa in Honda. “Penso che Pecco – dice infatti Bautista - sia un pilota che guida molto basandosi sulle sensazioni che la moto gli restituisce. Il problema è che Marc è molto bravo e va molto veloce a prescindere e in ogni situazione. Quindi, quando ti dice che qualcosa funziona, non sai se funziona davvero o se invece è lui che tanto va forte con tutto”.
Il rischio, quindi, è di quelli grossi per Ducati, visto che Marc Marquez, per quanto in questo momento sia nettamente superiore a chiunque altro, non è più giovanissimo e a Borgo Panigale avranno bisogno di garantirsi un futuro senza bruciare piloti su una Desmosedici che solo il 93 potrebbe riuscire a far andare forte, come accaduto anni fa con la Honda. “Ai tempi della MotoGP con la Honda, quando Dani Pedrosa la stava sviluppando, tutti i piloti Honda erano veloci – conclude Alvaro Bautista - Poi è arrivato Marc e già al suo primo anno con quella moto è stato molto veloce vincendo il titolo. Ma dal momento in cui Marc ha iniziato a sviluppare la moto al posto di Pedrosa, lui è diventato molto più veloce, mentre il resto dei piloti Honda non riusciva a esserlo più”.