Uno, Maverick Vinales, fa quarto, l’altro, Pedro Acosta, non trova il verso, l’altro ancora, Enea Bastianini, comincia male ma finisce alla grande e Brad Binder, invece, si difende nella mediocrità. Sì, in casa KTM è un gran caos e il fatto che i quattro piloti guidino, per loro stessa ammissione, quattro RC16 completamente diverse non aiuta. Così come non aiuta che i segnali positivi stiano arrivando dai meno attesi, mentre a deludere è ancora lui: il gioiello Pedro Acosta. Tanto che oggi non sono pochi quelli che si fanno una domanda: e se Acosta fosse il problema invece della soluzione?

"Da uno a dieci – ha detto nella sala stampa di Jerez - sono preoccupato dodici". Nonostante alcuni momenti incoraggianti nel corso della gara, Acosta s’ detto più che confuso: "La prima parte di gara ci sta uccidendo. Non abbiamo una base stabile. Un giorno la moto va bene, un altro va male". Un modo per sottolineare la necessità di costruire una base solida su cui impostare tutto il lavoro, con il murciano che a Jerez è voluto tornare alla versione 2024 proprio per avere dei riferimenti sicuri. Il tutto mentre cresce la sua impazienza di ottenere risultati immediati. Una fretta che potrebbe rivelarsi problematica e che potrebbe mettere KTM nella stessa condizione in cui, ormai due anni fa, s’è trovata Honda con Marc Marquez. Soprattutto adesso che Maverick Vinales ha cominciato a andare forte davvero.
Contrapponendosi al pessimismo di Acosta, infatti, Vinales ha offerto una prospettiva decisamente più positiva. Dopo aver tagliato il traguardo al quarto posto, l’ex Aprilia si è detto soddisfatto della sua performance e di come sta procedendo il lavoro di sviluppo. "Sto ritrovando il mio stile di guida e questo mi permette di essere molto fluido – ha dichiarato – Sicuramente c’è bisogno di migliorare ulteriormente, specialmente in frenata, ma sono fiducioso sulla possibilità di continuare a crescere”.

Anche Enea Bastianini, nonostante si ritrovi sempre costretto a gran rimonte domenicali, sembra tenere la stessa linea di ottimismo. Il pilota del Team Tech3 ha infatti tracciato un bilancio positivo del suo weekend. "Possiamo essere soddisfatti del nostro risultato finale - ha affermato – Sapevo che sarei stato l’ultimo delle KTM, ma in gara abbiamo dato vita a una gran bella rimonta e ogni volta le mie sensazioni migliorano. Nei test qui a Jerez proveremo ulteriori soluzioni e questo mi permette di essere molto fiducioso”.
Dichiarazioni contrastanti, quindi, che sollevano un interrogativo implicito e allo stesso tempo sia atroce sia affascinante: e se Pedro Acosta, con la sua urgenza di vincere, fosse in realtà più un ostacolo che una soluzione per la KTM? Mentre Vinales e Bastianini – e tutto sommato anche Brad Binder - sembrano adottare un approccio più misurato e costruttivo, concentrandosi sul miglioramento graduale e sulla costruzione di una base solida della Rc16, Acosta appare intrappolato in una spirale di pressione autoinflitta che potrebbe rivelarsi controproducente per tutti. Con, in più, le sempre più insistenti voci di mercato che di sicuro non aiutano.
