La regola aurea del mestiere dice che in un pezzo di cronaca bisogna cominciare sempre dalla notizia più importante. Ma dopo questo folle GP di Spagna quale è la notizia più imprtante? Alex Marquez che centra la prima vittoria in MotoGP dopo cinque anni? Marc Marquez che dimostra di essere il suo primo (e forse unico) avversario, cadendo e autosabotandosi? Il primo vero corpo a corpo tra Pecco e Marc Marquez con tanto di sportellata? Pecco che ammette di fare ancora fatica, ma pure di essere in modalità "guai a cadere"? La classifica mondiale che si riapre? Oppure Fabio Quartararo e Yamaha che sono tornati fino a festeggiare un secondo posto che suona di traguardo torico? Difficile scegliere: anzi, impossibile. Tanto che la notizia diventa quasi un'altra: gli oltre 200000 di Jerez (sì, è stato record assoluto) hanno assistito a un GP che non dimenticheranno e che ha regalato emozioni fino all'ultimissimo giro, anche se ormai era già chiaro come sarebbe andata a finire. Perchè? Perchè Alex Marquez, agli ultimi km prima del suo ingresso nell'albo di quelli che hanno vinto in MotoGP ha addirittura "lasciato la moto" per salutare il pubblico e festeggiare. "E' incredibile - ha raccontato - vincere proprio qui a Jerez è un sogno che si realizza. All'inizio ho attaccato troppo, poi sono stato molto intelligente a gestire tutte le fasi".

Nessuno spazio, almeno a caldo, per il dispiacere rispetto a quanto accaduto al fratello Marc, tradito dalla "sua Curva 7" dopo un inizio di GP che ha dimostrato quello che in molti nel paddock dicono da un pezzo: Marc Marquez è il suo primo (e unico) avversario e quando si trova nel bel mezzo di un corpo finisce per accecarsi. L'otto volte campione del mondo era stato protagonista di una partenza non perfetta, con Quartararo che ha girato prima e lui che s'è ritrovato nella morsa del fratello e di Bagnaia. Con il compagno di squadra è stata bagarre vera da subito, con tanto di sportellata (inevitabile, come ha poi spiegato Pecco) del 93 al 63, tra sorpassi e incroci. Fino al crash che ha costretto Marquez a uscire cardinale da un GP in cui era entrato da papa, giusto per rimanere sull'attualità.
Lo spettacolo, però, non è mancato anche quando è mancato il protagonista più atteso (che tra l'altro ha firmato una rimonta eroica con la Desmosedici demolita sul lato sinistro), con la menzione speciale che questa volta se l'è meritata Fabio Quartararo. Nel box Yamaha dopo il secondo posto del francese è stata festa come se si fosse appena vinto un mondiale: segno che le cose stanno cambiando veramente e che adesso l'aria è diversa. E', di fatto, quello che ha detto anche il francese: "Sono stati anni lunghi. Dobbiamo ancora lavorare molto, ma vediamo la luce e questo secondo posto sicuramente ci farà bene. Anche perchè il gap da Alex non è stato enorme e siamo riusciti a tenere dietro Pecco. Voglio ringraziare il pubblico di Jerez, perchè è stato straordinario anche ieri, apllaudendomi anche dopo la caduta e ora ci vedremo a Le Mans".
Quartararo vuole esserci e confida di poter diventare la vera sorpresa di questo 2025, magari in quelle piste in cui non serve troppo motore e anche il dover fare i conti con una velocità di punta più bassa e inferiore potenza non è il più grosso dei problemi. A Jerez di sicuro non lo è stato, visto che davanti ha avuto una sola Ducati, mentre tutte le altre gli sono arrivate dietro. Compresa quella di Pecco Bagnaia. "Complimenti a Alex Marquez - ha detto l'italiano del Team Lenovo - Ma oggi Fabio è stato straordinario perchè arrivare secondo e fare una gara così con una moto che in questo momento è più lenta è qualcosa di straordinario. Quanto a me devo ringraziare il meravoglioso pubblico di Jerez, ma gare così nonmipiacciono. Sono rimasto bloccato lì dietro: se mi avvicinavo poi perdevo. Bene questo terzo posto, ma c'è da lavorare".
E' chiaro che il vicecampione del mondo in carica ha ancora qualcosa da limare e i test di domani a Jerez saranno importantissimi per capire come migliorare quel feeling con la moto che smorza ancora un po' il sorriso. E che anche oggi lo ha costretto, oltre che a inseguire, a doversi guardare le spalle da un Maverick Vinales sempre più sorprendente e capace di far andare veramente forte la sua KTM del Team Tech3. Contro lo spagnolo anche Fabio Di Giannantonio, che invece guida una Desmosedici GP25 uguale a quella di Pecco e Marquez, ha potuto solo stare a guardare, "accontentandosi" del quinto posto di giornata e di essere l'unica Ducati del Team VR46 al traguardo dopo la brutta caduta di Franco Morbidelli. A terra anche Fermin Aldeguer, che era quarto prima del crash, Joan Mir, che era settimo con la Honda, mentre Marco Bezzecchi è stato protagonista di un lungo che ha vanificato la sua gara e quella di Aprilia già dai primissimi giri.
A completare la top ten ci hanno pensato, quindi, Brad Binder, Pedro Acosta, Ai Ogura, Enea Bastianini e Luca Marini. Per Marini, che in questi giorni dovrà discutere il rinnovo del contratto, essere la prima Honda la traguardo è un risultato importante, soprattutto perchè Johann Zarco - colui che potrebbe "soffiargli" il posto nella squadra ufficiale - gli è arrivato appena dietro, precedendo Marc Marquez che alla fine ha chiuso dodicesimo dopo aver ritirato su la moto dalla sabbia e aver costruito una impressionante rimonta che gli ha permesso di mettersi alle spalle Alex Rins, Aleix Espargarò, Marco Bezzecchi, Raul Fernandez, Augusto Fernandez e Lorenzo Savadori.
