‘Sicuro è morto’ a Livio Suppo lo diceva Claudio Domenicali ai tempi della Ducati. È così nelle corse, nella vita, in tutto quello che facciamo. Il manager torinese, tornato dopo quattro anni di pausa nel paddock, ha ricominciato a pensaci dopo aver appreso senza alcun genere di preavviso che Suzuki avrebbe lasciato la MotoGP a fine anno. La Suzuki che, solo qualche mese prima, l’aveva cercato e coccolato per il posto di Team Manager lasciato libero da Davide Brivio un anno prima. Mentre i manager dei suoi piloti cercano una nuova sistemazione - si parla di Rins verso l’Aprilia clienti e di Mir in Honda Repsol - lui potrebbe fare lo stesso. D’altronde Suppo si è dimostrato, negli anni, uno dei più capaci dell'ambiente, abbastanza capace da portare Casey Stoner in Ducati, Marc Marquez alla Honda e tutta una serie di piloti nel posto giusto al momento giusto.
Il che si traduce, per i costruttori della MotoGP, in un’occasione d’oro per dare le chiavi del proprio team a chi sa come farle girare nella serratura. Ducati attualmente è guidata da un triumvirato (Il Direttore Generale Gigi Dall’Igna, il Direttore Sportivo Paolo Ciabatti e il Team Manager Davide Tardozzi) e potrebbe sfruttare il momento per rivedere leggermente le cose. Se la moto è la migliore in griglia e i piloti a cui affidarla non mancano, probabilmente resta da lavorare su qualcos’altro. Livio conosce l’ambiente e l’ambiente conosce lui, così un ritorno in Ducati potrebbe far felici entrambe le parti. Anche perché, da quando se n’è andato (nel 2009, dopo 11 anni), Suppo ha continuato a fare le scelte giuste aggiornando il curriculum con altri titoli mondiali.
L’altra strada per rimanere in MotoGP, anche questa già battuta dal torinese, si chiama Honda: Alberto Puig ha da tempo problemi fisici che non vanno d’accordo con la vita frenetica del paddock e, spesso, è stato accusato di ragionare ancora molto da pilota e non abbastanza da manager. A Suppo non mancano polso e freddezza, ma nemmeno una visione ampia sulle cose e la diplomazia necessaria a lavorare con i piloti, oltre al fatto che è forse l'unico manager in attività ad aver lavorato a lungo con il reparto corse della casa giappnese. Con Marc Marquez sempre più in forse e una sella apparentemente libera, riportare Suppo in HRC (dove è stato dal 2009 al 2017) potrebbe aiutare a tenere salde le fondamenta.
Comunque andranno le cose la sensazione è che, più che un modo di Suppo per rimanere nel paddock, questa sarebbe un’opportunità per le case di affinare ulteriormente la squadra. Anche se difficilmente Ducati (e Honda) decideranno di cambiare assetto in seguito alle decisioni della Suzuki, non si può dare per scontato che Suppo lasci davvero la MotoGP a fine anno. In fondo Claudio Domenicali aveva ragione: sicuro è morto.