Questa Inter da mondiale per club non si può vedere. E no, non è colpa dei giocatori, che pure sembrano aver accusato non poco il finale di stagione concluso con un secondo posto in campionato, una sonora cinquina rifilata dal PSG in finale di Champions e l’addio del proprio pastore e condottiero, quel Simone Inzaghi sedotto dal denaro come chi lavora sul marciapiede.
Durante la fase a gironi del mondiale per club c’è altro. L’Inter, che ha pareggiato con il Monterrey, squadra della prima divisione messicana, ha un problema che va oltre l’approccio di Cristian Chivu, a cui va concesso il beneficio del dubbio per lo meno nelle prime gare e tutti i tempi del caso per rimettere assieme le macerie lasciate dal suo predecessore. Il problema, qui, è la divisa. La jersey, la maglia, il kit away.
La maglia dell’Football Club Internazionale Milano per la stagione 2025/2026 non è semplicemente brutta, va oltre. Nonostante un azzurrino chiaro, infatti, ricorda in qualche modo la celebre maglia della Fiorentina per la stagione 92/93, maglia che venne vietata a metà stagione per ovvi motivi di design.

La svastica sfuggente
C’è chi ha pensato, osservando Lautaro e soci nella serata di ieri, a una svastica nascosta nel pattern, una svastica lasciata a metà che una volta immaginata non lascia pace al cervello. A qualcuno, in compenso, ricorda qualche vecchio logo della PlayStation, il che non sarà meraviglioso ma è decisamente meglio. Per finire, c’è anche chi ha pensato si trattasse di un messaggio occulto legato allo sponsor di scommesse che si trova sulla maglia, un messaggio che punterebbe a far giocare di più, per il simbolo “+" di cui pare ricoperta la divisa.
Certo, è impossibile pensare che sia stato davvero uno di questi a guidare il pensiero dei designer che si sono occupati di dare vita alla jersey away 2025/2026 per il F.C. Internazionale, eppure la una certezza ci rimane addosso: ‘sta maglia, cara Inter, non si può vedere.

