Paolo Pavesio, Yamaha Managing Director, parla davanti alla telecamera di uno smartphone, sopra girano immagini di gara. Il video può sembrare tante cose: uno sfogo, una presa di posizione, Dolce e Gabbana che chiedono scusa ai cinesi. Parla del weekend più duro della stagione per la Yamaha, di certo il più duro da quando a guidarla è lui e forse il peggiore dal titolo mondiale vinto da Fabio Quartararo nel 2021: quattro moto a chiudere la classifica, piloti inferociti, nessuna vera prospettiva di crescita. Eppure senti parlare Pavesio e capisci che così bisogna fare quando queste cose capitano a te. Pavesio parla del problema, racconta il dettaglio, chiede di essere forti nell’approccio e guarda avanti. Sì, il weekend austriaco è stato un disastro perché la pista richiede frenate violente a moto dritta e ripartenze da basse velocità, i grandi problemi di Yamaha. Quando freni il posteriore si solleva, se acceleri slitta: per i piloti, a tratti, dev’essere stato come guidare un monociclo.

Sta di fatto che di buone ragioni per andare avanti ce ne sono almeno un paio. La prima: la durata della gara è stata la stessa tra 2025 e 2024 (42 minuti e 11 secondi), ma nel 2024 la prima Yamaha, guidata da Alex Rins, prendeva 37 secondi, mentre nel 2025 Fabio Quartararo ne ha presi 25 e Rins 30. Il miglioramento, pure tangibile, c’è stato. La seconda buona ragione sta nel fatto che a guardare le cose da più lontano questa stagione non è certo un disastro. Yamaha ha portato a casa quattro pole position, praticamente un miracolo visto il dominio Ducati, oltre al fatto che qualche buona gara si è anche vista. E poi c’è subito l’Ungheria, di cui ancora si sa poco e niente.
“In Austria abbiamo avuto uno dei weekend più duri della stagione”, le parole di Pavesio nel video. “Fa male, non c’è dubbio. È in momenti come questi però che dobbiamo mostrare la nostra resilienza, la nostra professionalità e più di ogni altra cosa il nostro spirito combattivo.
Siamo arrivati sapendo che avrebbe potuto essere difficile, Spielberg l’anno scorso è stato uno dei circuiti peggiori e sfortunatamente è una pista che sottolinea le problematiche intrinseche della nostra moto, come il grip al posteriore e la possibilità di fermare la moto nelle frenate più dure.
Purtroppo non siamo riusciti a trovare soluzioni a questi problemi. I nostri piloti hanno dato il massimo ma non sono riusciti a portare a casa il risultato per cui stiamo lottando. Non era certo il modo in cui volevamo ripartire dopo la pausa estiva, ma l’intensità del calendario nei prossimi mesi in qualche modo è una notizia positiva per noi. Dopo un weekend come questo non vediamo l’ora di tornare di nuovo in pista per continuare a lavorare, a spingere e a migliorare il nostro pacchetto per il resto della stagione.
In weekend come questi è facile sentire lo sconforto, eppure è proprio qui che dobbiamo crescere assieme. Ai piloti, agli ingegneri e alla squadra dico che dobbiamo provare a stare uniti, concentrati e determinati. Ai fan: grazie per il vostro supporto, ci rialzeremo e siamo contenti di tornare subito in pista a Balaton”.
La sensazione è che nelle prossime gare vedremo Yamaha di nuovo davanti, almeno in quella zona grigia dietro a tre o quattro Ducati e un paio di altre moto con cui sembra che tutti debbano confrontarsi. Di certo questo è un ottimo modo per reagire: parlarne, senza trincerarsi dietro a ministeri che i social hanno spazzato via, è anche un modo per raccontare ai giapponesi un modo diverso per affrontare le cose, un modo più diretto e vicino alla gente. Esattamente quello che serve per ritrovare velocità in questa MotoGP.