Joan Mir guida questo pazzo mondiale di MotoGP a tre round dalla fine, con un vantaggio sugli avversarii abbastanza importante da fargli sperare nel titolo ma non sufficientemente grande per farlo restare tranquillo. I punti in palio sono ancora 75, tantissimi viste le dinamiche di questa stagione, e qualsiasi errore potrebbe costare caro al pilota Suzuki.
Proprio per questo motivo - agli occhi del manager dei piloti Carlo Pernat - la sua preoccupazione sull'aumento dei casi di coronavirus in Europa e la conseguente possibilità di una chiusura anticipata del mondiale, sembra un po' strana: "Diciamo che a lui piacerebbe così - ci dice Pernat in un pisto tra ironia e serietà - perché se si dovesse interrompere il mondiale prima lui avrebbe sicuramente più possibilità di vincere il titolo".
Anche togliendo dal discorso gli interessi personali del giovane pupillo di casa Suzuki, Pernat è convinto che il mondiale arriverà fino a Portimao, tappa dell'ultima gara di questa strana stagione: "Durante il weekend ho parlato con Carmelo Ezpeleta e con il figlio e ci hanno assicurato che si faranno tutte e tre le gare. Ovviamente a meno che ci siano all'esterno delle condizioni di impossibilità che trascendono il nostro sport... ma noi nel paddock siamo in una bolla sicura e viviamo di motori, senza contatti con il mondo esterno. A Valencia ci andremo con un charter da Bologna, facciamo tre tamponi a settimana, la sera si mangia in hotel e non si esce. Insomma, facciamo di tutto per rimanere protetti e controllati".
Sembra quindi scongiurata la possibilità di un nuovo stop per il motomondiale, che entra adesso nella fase decisiva: "Mir sa quello che fa, e si comporta come uno che vuole vincere il titolo - dice Pernat facendo i complimenti alla Suzuki di Davide Brivio - non butta punti, non fa di tutto per vincere una gara anche a costo di cadere. Da questo punto di vista è molto più maturo del suo compagno di squadra, Alex Rins, che ha fatto due asinate incredibili in questo Mondiale e si è giocato la sua possibilità di lottare per il titolo, al contrario di Mir".
La Suzuki è quindi ora la moto da battere, anche se non si può dare ancora nulla per scontato: "Secondo me da Morbidelli in poi tutti hanno una possibilità di vincere il titolo, mai dire mai visto tutto quello che è successo quest'anno".
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