Davide Brivio, il team manager di Suzuki Ecstar, probabilmente se lo chiede da ormai una settimana: ordini di scuderia sì o ordini di scuderia no? Da quando, la scorsa settimana, Alex Rins, che è un po’ indietro in classifica ma ancora in piena lotta per il mondale, ha vinto il GP di Aragon, con Joan Mir, che invece la classifica mondiale la comanda senza mai salire sul gradino più altro del podio, che si è piazzato in terza posizione. Sarà opportuno stabilire le gerarchie per evitare di vanificare un sogno iridato che adesso è tutt’altro che irrealizzabile? Oppure sarà più opportuno scegliere, ad esempio, la linea di Ducati e lasciare ai piloti la decisione se aiutarsi o meno? Domande che, manco a dirlo, sono subito risuonate oggi nella sala stampa del MotorLand di Aragon, in occasione della tradizionale conferenza dei piloti.
“Niente ordini di scuderia – ha detto Joan Mir – Non ci sono i presupposti, perché Alex Rins è in piena lotta per il titolo. Quando un pilota non ha più possibilità può essere un buon argomento di cui parlare. Al momento non ha senso parlarne perché anche Alex sta facendo un ottimo lavoro e non è giusto che intervengano ordini di squadra finchè ha l'opportunità di giocarsi il mondiale. Dobbiamo continuare come prima. Se e quando Rins sarà fuori dalla lotta, non io, ma Davide Brivio parlerà con entrambi. Non lo so, faccio solo supposizioni. Io ora devo pensare al mio e non nascondo che più del titolo adesso mi interessa ottenere una vittoria. Poi, certo, la vittoria deve essere cercata evitando di vanificare un risultato che può valere punti”. Parole, quelle di Joan Mir, che riprendono fedelmente i concetti già espressi dal team manager Davide Brivio e sulle quali sembra concordare anche l’altro pilota Suzuki, Alex Rins. “Parlare di gerarchiè con ancora 100 punti in palio è una assurdità – ha commentato Rins – E’ davvero troppo presto per fare questo tipo di discorsi. Sia Davide Brivio, sia Suzuki non mi hanno mai chiesto di lasciar passare Mir e se lo facessero ora lo vedrei sbagliato: sono a 36 punti di distanza e tutto è possibile. Se e quando la matematica mi darà torto, però, vedremo. Dal 2017 sto dando la mia vita per avere una moto competitiva. Quindi, se non potrò essere io a vincere, è chiaro che vorrei che fosse il mio compagno di squadra. Ci sono ancora molti punti in palio e sicuramente sarà tesa fino alla fine. Non è vero, comunque, che Mir ed io non andiamo d’accordo, semplicemente non siamo grandi amici fuori dal box, ma i rapporti sono buoni e non cambiano se stiamo a tiro o meno di telecamera”.
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