Se avete mai parlato con Carlo Pernat - o sfogliato il suo Belìn che Paddock - un virgolettato del genere siete in grado di leggerlo con l’inflessione genoana. Per tutti gli altri invece, la battuta dev’essere stata una sorpresa. Succede durante le FP1 della Moto2 in Austria, al Red Bull Ring. Antonio Boselli, in diretta per Sky, si avvicina a Carlo Pernat per un commento su Tony Arbolino, che assieme ad Enea Bastianini è seguito dal manager genovese nel motomondiale. Lui parte scherzando sul fatto che Dorna gli ha dato un pass col nome sbagliato, poi arriva a parlare del suo pilota: “Deve fare quest’anno e il prossimo in modo da dimostrare di essere un pilota da MotoGP. Ha in mano lui la situazione, tocca a lui. È molto amico di Quartararo, lo sappiamo. So che erano a Mykonos insieme, in Grecia… gli ho anche detto di stare molto attento perché è un’isola di Gay…”. E quando Boselli lo riprende lui sorride: “Eh, vabbè, nel senso buono della parola. Il Carletto cattivo ci vuole eh? Ma anche il Carletto buono”.
Altre generazioni, altre idee. D’altronde Pernat aveva già dichiarato tutto il possibile in tema in una vecchia intervista a La Zanzara, su Radio 24: “Tra i piloti delle moto non ci sono gay - la sua risposta a Giuseppe Cruciani - Assolutamente no. È un mondo che respinge i gay, non può esistere un omosessuale. Un gay può andare con moto più dolci, quelle a tre ruote. Ma con le moto veloci no. Qui bisogna essere cattivi, duri, veloci, bisogna avere un cervello di un certo tipo. Non si può essere effeminati”. Chissà se vedremo mai un’eccezione.