“Già faccio fatica a non sentire più l’odore dell’olio di ricino che bruciava nelle due tempi, figuriamoci se potrò mai rinunciare all’odore di benzina. Se è vero che nel 2035 sarà tutto elettrico, voglio sperare che qualcuno avrà la benevolenza di uccidermi nel 2034” – Le parole sono di Carlo Pernat e la musica, invece, non serve. Non perché i motori elettrici non fanno rumore, ma perchè il manager genovese l’ha cantata così, senza accompagmamento. E lo ha fatto in un pomeriggio in cui lo abbiamo chiamato per parlare di MotoGP, di mercato piloti e di prospettive alla vigilia del decimo gran premio di stagione. Anche su questi argomenti non si è tirato indietro e ha sganciato delle belle bombe. Per quelle, però, ci sarà tempo domani. Oggi, invece, è della chiacchierata su motori e sostenibilità ambientale che non possiamo fare a meno di parlare.
“Ormai anche il motorsport va in quella direzione – ha detto ancora Pernat – io non sono contrario alla sensibilità sui temi dell’ambiente, ma che non mi si venga a dire che l’elettrico è il futuro. L’elettrico, casomai, è un altro sport, ma non sarà mai e poi mai la vera evoluzione della MotoGP o della Formula1”. La strada da prendere secondo Pernat è quindi un’altra: “I carburanti sintetici sono una innovazione importante, così come sarebbe importante lavorare sulla costruzione di motori più efficienti dal punto di vista dei consumi. Tutte evoluzioni che poi potrebbero essere portate anche sulla mobilità ordinaria, perché alla fine non dobbiamo dimenticarci che il motorsport, e la Formula1 con la MotoGP in particolare, è anche questo: sviluppare qualcosa che poi possa finire sulle auto o sulle moto che la gente usa tutti i giorni. Purtroppo, però, ho l’impressione che ormai si sia presa la strada dell’elettrico e che stia passando il messaggio che quello è l’unico futuro possibile. Bene, se quello è l’unico futuro possibile, io in quel futuro lì non voglio esserci”.
Ci scherza sopra, Pernat, ma la sua posizione è chiara e netta. Perché, dice, “certe scelte sono politiche. E’ un po’ anche quello che sta succedendo sull’aerodinamica: si è deciso di limitarla. Ma la ragione non è ridurre la velocità, bensì contenere un certo tipo di ricerca, che è costosa. Ducati quest’anno aveva proposto l’abbassatore all’anteriore e quel dispositivo era perfettamente nel regolamento. Niente di vietato, solo che politicamente si è deciso di farlo per il futuro. Insomma dai, le ragioni sono politiche equando le ragioni sono politiche i margini di discussione si riducono. Lo stesso vale per l’elettrico: sembra non ci sia alcun altro futuro possibile, ma la verità è che ogni altro futuro possibile non è neanche preso in considerazione”.
Il riferimento, è chiaro, non è solo al motorsport, ma anche alla recente direttiva della Comunità Europea, sullo stop alla vendita di auto alimentate da motori termini dopo il 2035. “Le case stanno andando in quella direzione, anche con investimenti significativi – ha concluso Pernat – da un lato, quindi, posso comprendere che si vuole portare in quella direzione anche il motorsport, ma la storia ci dimostra che ha sempre funzionato la ricetta contraria: si prova nel motorsport e si porta poi nella mobilità ordinaria. Temo che facendo il contrario si vada incontro a un gran pasticcio, perché questa cosa del 2035, francamente, non la vedo neanche minimamente possibile. I mezzi elettrici costano ancora troppo, le stazioni di ricarica sono ancora pochissime, manca praticamente tutto. Non scherziamo, dai! Però, lo ripeto, se dovesse essere vero, che mi uccidano nel ’34!”