Una prima fila rossa a metà per la Ferrari a Las Vegas: nonostante Charles Leclerc e Carlos Sainz abbiano conquistato la prima e la seconda posizione nella serata americana, portando la rossa al top in un circuito cittadino al suo esordio, lo spagnolo della Ferrari sarà costretto a una retrocessione di dieci posizioni in griglia di partenza da scontare durante il Gran Premio di Las Vegas.
"Un'ingiustizia", dice Sainz, e tutti non possono che essere d'accordo con lui: Carlos infatti è stato costretto a cambiare importanti componenti della sua monoposto a causa di un problema non derivante da un suo errore o dalla Ferrari ma da un disastro al via delle FP1 dovuto a un mancato controllo da parte della Federazione. Il tombino che, alzandosi al passaggio di Sainz, ha colpito la monoposto del ferrarista distruggendo il fondo, il monoscocca e il pacchetto batteria, non era stato correttamente controllato e fissato durante le fasi di omologazione della pista e proprio questa mancanza ha portato al danno alla vettura. Nonostante fosse evidente la totale mancanza di colpe della Ferrari e del loro pilota, la FIA ha decretato che lo spagnolo avrebbe dovuto scontare la penalità obbligatoria prevista dall'articolo 28.3 del Regolamento Sportivo, con le conseguenti dieci posizioni di penalità.
Nessuna deroga per Sainz, con l'ombra della volontà di un altro team - Mercedes nello specifico - non bloccare la richiesta di "grazie" alla Ferrari: "Sono stato in questo sport abbastanza a lungo per capire come va il business. Ci sono troppi soldi coinvolti nella posizione finale della classifica costruttori perché una squadra che può trarre vantaggio non minacci di chiedere una penalità per una situazione come quella vista qui. Per questo non sono sorpreso, sono solo estremamente deluso e arrabbiato per la situazione, per lo sport, onestamente".
Visti i pochi punti che separano la Mercedes dalla Ferrari nella classifica costruttori non sorprende che il team di Toto Wolff abbia chiesto alla FIA di rispettare le regole senza concedere una deroga al pilota spagnolo. Viene invece da chiedersi perché una decisione del genere possa passare dalle richieste e dalle minacce degli altri team.