L'abbiamo scritto e molti di voi se la sono presa un sacco: caro Marc, bisogna saper perdere. E la dimostrazione è arrivata soltanto qualche giorno dopo.
La notizia è fresca fresca: Marc Marquez non correrà neppure il GP di Brno. Il motivo? La placca che era stata inserita all'interno del suo braccio destro si è lesionata a causa del forte stress a cui è stata sottoposta nel tentativo di un recupero lampo. Per la serie: sai quando ti dicono che è meglio se ti riguardi? Beh, è meglio se ti riguardi.
Nonostante - ci mettiamo la mano sul fuoco - molti di voi si convinceranno di leggere in queste righe chissà quale afflato valentiniano, la nostra è solo e soltanto una semplice considerazione: esistono cose più grandi persino del talento e della determinazione di un campione (forse il più forte di tutti i tempi, probabilmente il più forte di tutti i tempi), come Marc Marquez. Non ci sono giudici o avversari da convincere e piegare. Non ci sono sforzi da sopportare. C'è soltanto la natura, che pretende di essere rispettata. Guidare una MotoGP con una placca nel braccio messa soltanto qualche giorno prima era ed è semplicemente troppo, a quanto sembra. Naturalmente parliamo sulla base delle notizie trapelate fino ad ora, pronti ad essere smentiti, qualora le dichiarazioni filtrate dalla Spagna, dovessero assumere altri contorni nelle prossime ore.
Allo stato, tuttavia, un dato è certo: Marquez non correrà neppure a Brno e la causa prima di questa ulteriore defezione è un incontrollabile desiderio di competere. Una sete di vittoria che è stata frenata, fino ad ora, soltanto dalla consapevolezza di poter diventare, improvvisamente, un pericolo per sé e per gli altri. Un comportamento che in un qualsiasi altro sport in cui a contare siano le dinamiche di squadra (come spesso ci sentiamo dire tanto nel Motomondiale, quanto in Formula 1) sarebbe stato semplicemente inconcepibile.
Che succederà, dunque, nelle prossime settimane? Di certo, quello che ci aspetta, è un Marquez (forse) finalmente più accorto, nella gestione dei tempi di recupero. Ma anche, altrettanto probabilmente, un otto volte campione del mondo che tornerà in sella, da un lato consapevole di non avere più nulla da perdere, dall'altro desideroso, ancora una volta, di dimostrare di essere lui e solo lui soltanto, il re incontrastato della foresta.