Fortis cadere, cedere non potest. E’ un motto latino di cui ci si dimentica troppo spesso, i forti possono cadere ma non possono cedere, ma che probabilmente è, a volte senza saperlo, il principio che muove ogni sportivo. O, comunque, chiunque si ritrova a dover, o voler, competere. E è anche il motto a cui dovrà ispirarsi in questo fine settimana Pecco Bagnaia. Perché, passando dal latino a Ligabue, per lui il peggio deve ancora venire. In Thailandia ha messo nel sacco due terzi posti e chiaramente è volato in Argentina con il sorriso a mezza bocca (forse anche meno), poi a Termas ha dovuto accontentarsi di un altro terzo nella Sprint e di un quarto posto nel GP lungo e subito s’è scatenato l’inferno. Come se Pecco Bagnaia fosse già fuori dai giochi, come se l’arrivo di Marc Marquez avesse spazzato via in due fine settimana l’essere stato, e l’essere ancora, la storia della Ducati. Momentaccio, insomma, ma servirà pazienza. Oppure, oltre alla pazienza, anche un po' di incoscienza? Perché adesso c’è il Texas e, senza stare a girarci troppo intorno, di peggio non poteva capitare.

Il COTA non è mai stato tra i preferiti di Pecco e la storia recente racconta anche che lì anche Ducati ha sempre sofferto un po’ di più rispetto a altre piste. Questione di disegno, questione di risultati che lì e solo lì non sono sempre arrivati con facilità. Basta guardare tutti i fine settimana della scorsa stagione, quando Ducati è tornata a casa vincitrice in ogni appuntamento tranne uno: quello del Texas, appunto. E se a questo aggiungiamo che quella pista è pure il regno di Marc Marquez, che ha quasi sempre dominato lì e che ha vinto più di chiunque altro da quando si corre il GP delle Americhe, allora per Pecco diventa chiaro che questo è il momento di isolarsi da tutto e tutti e, come si dice con la solita frase fatta, stringere i denti. Oppure, viste le premesse, di giocarsi il primo vero all in di stagione. Come? Osando più del solito, rischiando più del solito, per sovvertire uno scenario che oggettivamente è quello che è. Proprio in America, terra di rivoluzioni. E proprio in Texas, terra di duelli e, a volte, anche di esiti improbabili.
E’ chiaro che nessuno nel box del 63 arriva al COTA con troppe speranze, ma è chiaro pure che l’atteggiamento del contenere i danni potrebbe non essere, in questo preciso momento, quello migliore. E’ sicuramente il più saggio, ma non il più giusto. Tanto che lo stesso Pecco Bagnaia, subito dopo il GP d’Argentina, ha pure ammesso di pensare a un ritorno alla GP24, visto che il feeling con la nuova moto tarda a arrivare. Potrebbe non essere, però, una mera questione tecnica, ma di atteggiamento. Resistere e portare a casa il massimo possibile? Oppure lanciarsi pericolosamente all’attacco e vada come vada, sapendo che poi arriverà il Qatar e dopo ancora quelle piste europee in cui tutto potrà risultare un pochino più in discesa?
Sono, forse, le stesse domande che hanno accompagnato il volo del vicecampione del mondo da Pesaro agli States e che lo accompagneranno ancora prima di un venerdì in cui bisognerà presentarsi in pista con una risposta già tatuata in testa. D'altra parte, tutto quello che c'era da dire lo ha già detto Gigi Dall'Igna: "Pecco Bagnaia non può essere uno da terzo o quarto posto". Ma mentre Ducati farà di tutto per metterlo nelle condizioni di trovare il feeling che serve con quella che è sempre stata la sua moto, la fantasia del 63 dovrà fare il resto. Anche se il prezzo potrebbe essere alto davvero.