Ricorda bene il profumo dell'asfalto e il rumore dei motori, Carolina. Se lo ricorda da quando, ancora bambina, partiva con la famiglia per seguire il fratello in giro per gli autodromi di tutta Italia. "Odiavo il motorsport - dice alzando le spalle - perché ero costretta a passare i miei fine settimana in camper, nei kartodromi, a seguire uno sport di cui non mi importava".
Solo che il motorsport fa così, ti entra sottopelle senza chiederti il permesso, e si trasforma in una passione prima che tu te ne accorga.
Quando lo ha scoperto, forse davvero per la prima volta, Carolina era già grande: "A inizio 2020 mi sono ritrovata, per la prima volta nella mia vita, a seguire le gare, la domenica, lontana dalla mia famiglia, e lì mi sono accorta di non avere nessuno con cui poterle commentare".
Da lì l'idea di ritagliarsi uno spazio online, un mondo di appassionati cresciuto durante il lockdown e diventato velocemente una vera e propria community. In F1withCarolina non c'è solo lei, Carolina Tedeschi, 23 anni di passione spigliata e attenta, ma c'è una generazione intera: quella di chi, la Formula 1, ha imparato a conoscerla online, che insegue un amore diverso dal passato, ma non per questo meno importante. Una generazione che lei, Carolina, spera di poter rappresentare con il suo lavoro.
È vero che non sei sempre stata un'appassionata di motorsport?
Io vengo da una famiglia che, come la chiamo io, è una "famiglia di motori". Mio zio, mio cugino e poi soprattutto mio fratello, tutti hanno corso in passato e io ho passato l'infanzia con i miei genitori, in camper, a girare l'Italia per "inseguire" la passione di mio fratello. Neanche a dirlo: lo odiavo! Poi quando stavamo a casa la domenica si guardava la Formula 1 in TV e non mi piaceva neanche quella. Io seguivo il wrestling, quello sì che mi piaceva molto.
Poi le cose sono cambiate...
Sì, negli anni mi sono appassionata senza neanche saperlo, e quando a inizio 2020 mi sono ritrovata a Roma da sola, per studiare recitazione, la domenica non avevo nessuno con cui commentare le gare. Lì ho capito quanto mi mancasse poterne parlare e discutere.
Ed è nato così il canale F1withCarolina?
Esatto. Ho convertito il mio canale YouTube, che già avevo per altri contenuti, e ho iniziato a pubblicare video con commenti alle gare. Poi Instagram, Twitch e tutto il resto. L'idea è nata semplicemente da un bisogno, mi sono detta: "Chissà se in giro ci sono altri ragazzi che non sanno con chi parlare di Formula 1 come me". Ma non mi sarei mai aspettata tutto questo riscontro positivo in così poco tempo. Il lockdown ha avvicinato molte persone ai social e in quel periodo il canale è cresciuto e si è creata una vera community.
Quest'anno è arrivata anche la collaborazione con Sky. Com'è andata?
Se ci penso ancora non ci credo! Loro mi hanno "seguita" silenziosamente sui social, hanno visto come lavoravo e poi mi hanno contattata per partecipare a Race Anatomy. Io dico sempre che prima di ogni altra cosa sono soprattutto una grande appassionata di Formula 1, e ovviamente seguivo Race Anatomy, quindi quando mi hanno chiesto di partecipare non mi sembrava vero.
Come ci si sente, così giovane, tra dei mostri sacri di questo mondo?
Sono ovviamente grata e felice che questa opportunità sia arrivata per me, ma soprattutto sono contenta che Sky abbia scelto di puntare sui giovani, su un pubblico "diverso", aprendosi anche a chi commenta e lavora sui social, perché gli appassionati ci sono, non è vero che la Formula 1 sta perdendo pubblico, bisogna solo trovare la giusta chiave di lettura.
Tu questa chiave sembri averla trovata. Come immagini il tuo futuro in Formula 1?
A me piace concentrarmi sul presente ma so con certezza che far avvicinare i giovani e rendergli il motorsport più accessibile sono degli argomenti che mi stanno molto a cuore. I social non sono da vivere come una bestia nera che si sta per impossessare del circus, ma sono da utilizzare come strumento. Oggi i giovani si appassionano seguendo i piloti sui social e da lì iniziano a guardare le gare, a seguire il campionato e a diventare appassionati di motorsport. È un percorso diverso rispetto a quello del passato ma non per questo è da considerare sbagliato. Mi piacerebbe riuscire a portarli "più vicini" alla Formula 1.
In che senso?
È un ragionamento che ho iniziato a fare dopo essere stata a Monza quest'anno: ci sono così tanti ragazzi che amano questo sport, sarebbe bello poter fare qualcosa per loro, per chi non si può permettere i biglietti per andare alle gare. Mi sono già fatta dei film in testa di eventi che mi piacerebbe organizzare: qualcosa in piazza, dei meet and greet tra piloti e fans, un momento di condivisione reale...
Anche perché, soprattutto per i giovani, assistere live ai Gran Premi di Formula 1 è diventato molto dispendioso...
Monza è stata un esempio lampante del fatto che ci sia un problema: gli spalti dell'autodromo mezzi vuoti, per colpa dei costi proibitivi, e gli appassionati più giovani fuori ad aspettare i piloti, o accampati addirittura davanti agli hotel per strappare un selfie e un autografo.
La passione quindi non manca, ma Liberty Media sta facendo abbastanza per trainarla nel futuro?
Ci stanno provando. Poi ovviamente si deve andare per tentativi: magari alcune novità non piaceranno, e si farà un passo indietro, però è bello vedere che la volontà non manca. Non si stanno nascondendo dietro a un dito e questa stagione ne è l'esempio.
A proposito di cambiamenti: Sprint race, sì o no?
Andrò controcorrente: per me sì! Aggiunge competitività al weekend, divertimento. Un po' meno strategia dai box a qualche imprevisto in più.
Invece l'arrivo del Qatar in calendario come lo vedi?
Lo capisco: la Formula 1 ha bisogno di soldi e deve muoversi anche in base a quelli, è così da sempre, dal 1950. Però vorrei non si allontanasse troppo dalle sue origini, da dove arriva la sua storia e dove ancora oggi vive la passione dei tifosi: qui in Europa. Vedere Qatar, Arabia Saudita e Abu Dhabi come tappe conclusive del mondiale fa un certo effetto. Spero si trovi un equilibrio.
Una questione che sta catalizzando anche gli ultimi movimenti del mercato piloti, con il tanto discusso sedile in Alfa Romeo. Che cosa ne pensi?
Sarò sicuramente un po' di parte, da italiana, ma io vorrei vedere ancora Antonio Giovinazzi in Formula 1. Sta dimostrando tutto ciò che deve, quest'anno i risultati non sono arrivati ma certo non per colpa sua: la monoposto non è competitiva e la squadra ha fatto tanti errori con lui. So che alla fine della stagione i team devono "portare a casa la pagnotta" e che l'arrivo di un pilota cinese come Guanyu Zhou potrebbe aiutare la squadra in un momento difficile, però se parliamo solo di sport io non ho dubbi, il sedile dovrebbe andare ad Antonio. Anche perché tra i giovani che meriterebbero un sedile in F1 ce ne sono alcuni più pronti di Zhou, per esempio Oscar Piastri.
Facciamo un po' di toto-Formula 1: Max e Lewis, chi lo vince il mondiale?
È difficile, è veramente difficile. Però io dico che se lo giocheranno all'ultima gara e alla fine lo vincerà Verstappen. Tra i Gran Premi ancora da disputare la maggior parte dovrebbe essere, sulla carta, a suo favore. E poi fino a questo momento ha dimostrato di essere più solido, anche se più giovane sta facendo meno errori di Hamilton.
E l'anno prossimo, chi vorresti in lotta per il titolo?
Ho una speranza: vedere la Ferrari che si gioca dei podi, delle vittorie, e poi chissà magari anche il mondiale. Ne ha bisogno la squadra, ne hanno bisogno i tifosi e ne ha bisogno anche Charles Leclerc. Gli servono delle gioie, dopo due anni difficili, per continuare a credere in questo progetto. E poi, come tutti, non vedo l'ora di vedere che cosa faranno Lewis Hamilton e George Russell uno vicino all'altro come compagni di squadra in Mercedes.
F1withCarolina avrà parecchio da raccontare...
Lo spero davvero! Secondo me ne vedremo delle belle, ancora meglio di quest'anno, sarà fuoco e fiamme.