L'ufficialità del passaggio di Marc Marquez alla Ducati Team Gresini Racing risale ormai ad un paio di settimane fa, ma è da un mese esatto - dal venerdì del Gran Premio d'India, in cui Antonio Boselli dipanò i dubbi sulle possibilità di realizzazione del trasferimento (qui abbiamo ricostruito tutta la vicenda con il giornalista di Sky) - che nel paddock della MotoGP si raccolgono opinioni su quella che, perlomeno, è stata la mossa di mercato del decennio in MotoGP. Riuscirà Marc Marquez a tornare a vincere con una Ducati non Factory e contro piloti più giovani, che con la Desmosedici hanno già avuto successo? Quanto è stata inaspettata la sua separazione dalla Honda dopo undici anni insieme e con un contratto già firmato per la stagione successiva? Il Gran Premio d'Australia ha rappresentato, tra le altre cose, un'occasione per registrare i pareri in merito di Mick Doohan e Casey Stoner, entrambi in visita nel paddock della top class a Phillip Island . Loro - leggende della MotoGP - che con i colori di Asaka hanno vinto sei titoli mondiali, cinque (consecutivi, dal 1994 al 1998) per Mick e uno, datato 2011, per Casey.
Il classe 1965 di Brisbane, imbeccato dai canali ufficiali della MotoGP, ne ha parlato così: "Io mi immagino che negli uffici della Honda siano delusi e sorpresi, perché Marquez comunque aveva un contratto, anche se non penso avesse molta scelta sinceramente. Ha scelto di andarsene, ne aveva bisogno visti gli ultimi risultati e la frustrazione relativa al ritmo degli sviluppi di HRC. Per me resta il pilota più talentuoso, sfortunatamente al momento non ha proprio la moto per mettere in mostra le sue capacità. Non ho dubbi sul fatto che performerà bene, su qualsiasi moto salirà. Se tra la GP23 e la Ducati 2024 non ci sarà una grande differenza, allora Marc sarà sicuramente competitivo".
Casey, pur restando sulla stessa lunghezza d'onda del connazionale, ha analizzato la questione in maniera più approfondita, concentrandosi sugli aspetti tecnici e umani che hanno definito la scelta di Marc: "Di certo non sono sorpreso, o shockato. Voglio dire, è tosta attraversare due anni complicati, senza mai riuscire davvero a tornare davanti a tutti, specialmente se torni da un infortunio come il suo. In questi casi sei sempre insicuro, non sai se le prestazioni al di sotto dei tuoi standard siano da imputare a te e alla tua guida, oppure alla Casa e alla moto con cui stai lottando. Ovviamente lui dietro le quinte saprà molto di più di noi, conoscerà lo sforzo che Honda ha fatto in questi anni, e soprattutto lo sforzo che HRC intende produrre in ottica futura, per risolvere i problemi e tornare a combattere per le posizioni di testa. Ma Marc non vuole rischiare di perdere un altro anno per scoprire quello che accadrà in Honda, dopo tutto quello che ha passato vuole provare a tornare al top per vincere. Negli ultimi due anni, durante le prime gare, la Ducati ha sempre faticato a far rendere al massimo la nuova moto. Marc invece salirà sulla GP23, che è già stata portata al limite da diversi piloti, quindi non dovrebbe essere troppo complicato per lui adattarsi. Conosciamo il suo talento, resta da vedere se riuscirà a sistemare tutti i dettagli per tornare a guidare come piace a lui. Non c'è modo di prevederlo, dobbiamo solo aspettare, metterci comodi, e scoprirlo".