“Prima di entrare nel merito vorrei ringraziare Guido Meda, che si fida di noi dandoci grande libertà di manovra e una serenità senza la quale sarebbe difficile lavorare così. E poi Vera Spadini, Sandro Donato Grosso e tutti i miei colleghi, con cui lavoro alle nostre notizie”. Al telefono, dall’altra parte del mondo, c’è Antonio Boselli. Siamo in uno stanzino del Mandalika International Circuit, il Team Gresini ha appena ufficializzato l’arrivo di Marc Marquez sulla Ducati Desmosedici e in sala stampa sembra di stare in una Wall Street degli anni Novanta. Venti giorni fa, in un collegamento su Sky Sport MotoGP durante il venerdì di prove libere in India, Boselli aveva dato la cosa per fatta con una sicurezza che ci ha persuaso a credergli. Eppure dalla Spagna si diceva il contrario e lo scetticismo era tanto anche in Italia, il tutto mentre i canali ufficiali della MotoGP mantenevano una posizione il più possibile distaccata. Che a dare la notizia sia stata la televisione italiana, tutto sommato, non è per nulla banale: gli spagnoli sono chiusi, i giapponesi ermetici, Dorna ha più mezzi di chiunque altro per arrivarci prima e la Gresini Racing non avrebbe mai raccontato nulla. Ora, in una lunga chiacchierata al telefono con l'uomo che questa notizia l'ha data per primo, abbiamo provato a ricostruire tutti i passaggi che hanno portato Marc Marquez a firmare con Nadia Padovani, che in un anno e mezzo nelle corse ha portato a casa l’operazione più clamorosa mai vista nel paddock. “In questa storia secondo me è stata fondamentale la condizione psicologica di Marc Marquez”, comincia a spiegare Boselli. “Lui ha capito che doveva dare una svolta alla sua carriera e che non c’era troppo tempo, altrimenti sarebbe rimasto fino al 2025 in Honda aspettando lo scadere dei contratti”.
Gli inizi: GP d'Austria 2022
Andando a ritroso tra scelte e situazioni l’inviato Sky arriva all’anno scorso, quando Marc torna dalla Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, dopo il quarto intervento di chirurgia al braccio destro: “Penso che il momento chiave di tutta la faccenda sia stato in Austria nel 2022: quando Marquez torna dalla quarta operazione convoca una riunione con i vertici della Honda e loro non riescono ad accontentare le sue richieste. Ed è un momento fondamentale in questa storia, perché da lì in poi lui è a posto con la coscienza”.
In quella riunione Marc chiede una moto nuova, diversa. E dal Giappone si mettono al lavoro. Boselli continua: “A Valencia, nei test, HRC gli porta una moto che a lui non piace e che viene scartata senza tanti complimenti. Così nei test invernali, in Malesia, Honda si presenta con quella moto e due alternative, Marc però le boccia tutte e tre capisce che non ci sono grosse possibilità di miglioramento, quindi sceglie quella già guidata a Valencia. La moto non c’è e serve una rivoluzione, quindi chiede alla Honda di prendere Dall’Igna. Per i giapponesi però non è una scelta facile, non è nella loro indole e non ci riescono. Così Marc comincia a guardarsi intorno”.
Vedi anche
Marc Marquez verso il giorno del giudizio: “I test non hanno funzionato, per il 2023 c’è solo una possibilità”
La strada (chiusa) con KTM e quella aperta da Honda
Di passaggi cruciali in questa storia ce ne sono diversi. Uno tra tanti, il chiacchierato salto in KTM (o meglio, al Pierer Mobility Group) di cui si è parlato per tutta l’estate: “L’idea del terzo team austriaco per lui e Pedro Acosta, con moto che sarebbero state dell’anno prima, diventa un segnale forte della sua volontà di cambiare. A quel punto sappiamo che lui, nelle giuste condizioni, sarebbe stato pronto a rinunciare al suo contratto e fare il salto. Era partita una grande operazione per portarlo a KTM, poi sappiamo come è andata”.
Sappiamo che Carmelo Ezpeleta, numero uno di Dorna, nega a KTM il terzo team, dichiarando che in MotoGP i posti aggiuntivi sono riservati esclusivamente a nuove squadre ufficiali. Per qualcuno questa decisione è stata presa per tutelare la Honda (e i suoi sponsor) dalla fuga di Marc Marquez. Allo stesso tempo da HRC arriva una sorta di via libera che - come ricorda Boselli - diventa fondamentale per l’intera operazione: “Ad Assen Alberto Puig dice che HRC non penserebbe mai di trattenere i piloti controvoglia. Questo di fatto toglie un ostacolo insormontabile dal cammino di Marc. Anche se, verosimilmente, che questa cosa si sarebbe verificata probabilmente non lo credeva nemmeno lo stesso Puig”.
Vedi anche
Il saluto di Fabio Di Giannantonio alla MotoGP: “Ragazzi...Se in Gresini arriva Marc Marquez, che ci posso fare?”
La decisione viene da lontano, ma l'accordo è tra Misano ed India
Quando gli chiediamo in che momento ha avuto la certezza di questa manovra, lui indica i giorni tra i test di Misano e il GP d’India, quindi a circa un mese da oggi: “A Misano c’era già questo sentore, se ne era parlato abbastanza insistentemente. Tutti quei discorsi di Marquez però - come i complimenti alla livrea Gresini - portavano a sfavore dell’operazione, sembrava quasi che lui stesse tirando la corda per avere migliori condizioni in Honda e per giocare un po’ con la stampa. Tra Misano e l’India però ho avuto la conferma della sua decisione. Ad ogni modo devo dire che puntare su questa linea è stato molto complicato, perché dalla Spagna per esempio erano sicuri che lui sarebbe rimasto in Honda. Poi chiaramente è stato un rischio, anche perché c’era sempre la possibilità che Honda decidesse di non assecondare Marquez. I vertici giapponesi - nonostante le parole di Puig - avrebbero potuto impuntarsi e tenerlo lì, bloccarlo fino al 2025”. In Gresini hanno scelto di lasciare aperta la porta a Marc, non mettergli pressione e portare pazenza. La cosa, chiaramente, ha funzionato a meraviglia. In tutto questo, il pit reporter di Sky Sport si dice pienamente soddisfatto di come siano andate le cose: “Si pensa sempre che per avere le notizie sia necessario spingere sui contorni e sui limiti dell’etica, invece qui è stato esattamente il contrario, questo è il frutto di un lavoro che si basa sul rispetto delle fonti e delle persone che lavorano nel motomondiale, oltre che verso i nostri abbonati che pagano per avere un servizio e ricevere notizie credibili”.
Nel 2024 Marc Marquez vorrà imporsi come miglior pilota Ducati
Per chiudere facciamo un paio di considerazioni su quello che vedremo nel 2024, con tutte le probabilità una stagione senza precedenti per la MotoGP: “Credo che Marc si sia mosso con la stessa determinazione con cui corre in pista", è la riflessione di Antonio Boselli. "Lui vuole correre senza pensare a nulla. Non vuole sviluppare moto, essere rappresentate di una casa, non gli interessa guadagnare venti milioni. Vuole tornare a fare quello che ama di più. E ricordiamoci che lui vuole vincere dieci titoli mondiali. Per farlo è disposto a tutto, anche a rinunciare ad un contratto multimilionario con la casa più vincente del motomondiale. Lui da questo punto di vista non ha sovrastrutture, io la chiamo un po’ la sindrome del supereroe. È irrefrenabile in pista, ma anche fuori. Sente di non avere limiti e questo lo ha portato a vincere e fare cose straordinarie, ma lo ha anche condizionato, penso ad esempio a quel rientro a tre giorni dall’infortunio. Questa è la sua natura. Pensiamo anche al Sachsenring, quando è caduto cinque volte. Non c’era ragione per farlo, se non quella di dimostrare al mondo - e ad Alex Rins che aveva vinto ad Austin - che il numero uno della Honda era lui. Figuriamoci cosa farà adesso in Ducati”.