Il giorno del giudizio per i piloti della MotoGP capita ogni anno, sempre a metà febbraio e spesso in Malesia, dove per la prima volta guidano la moto con cui correranno per tutta la stagione. In seguito si può intervenire su telaio, aerodinamica e altre piccole innovazioni, ma il motore rimane intoccabile, il che rende estremamente complicato fare modifiche sostanziali.
Lo scorso anno Honda si era presentata con una moto stravolta, con l’idea di accontentare tutti i piloti con un mezzo più facile da portare al limite. Cosa che, inutile dirlo, fatta esclusione per i primi GP della stagione non è successa, anzi. Per quanto sia difficile che un pilota rinunci a dare il meglio, in HRC è successo: Alex Marquez è scappato in Ducati, Pol Espargarò in KTM e anche AI Ogura, al quale era stato offerto un contratto con la LCR, ha preferito continuare a correre in Moto2. Marc Marquez ci ha messo ancora una volta del suo, ma tra gli infortuni, una Ducati sempre più veloce e l’età che avanza il talento non basta più. Così, quando ha guidato il prototipo 2023 a Valencia scoprendo che la direzione (ancora una volta) era quella sbagliata, Marc si è fatto tutto il viaggio di ritorno verso Madrid nel silenzio più completo. “Era arrabbiato”, ha raccontato il fratello alla Gazzetta dello Sport. “Eravamo in auto assieme e non ci siamo detti una parola. Gli ho chiesto se avesse provato cose nuove, mi ha risposto di sì, ma che non funzionava niente, e basta. Io gli ho solo detto che la Ducati era diversa”.
Ora, in un’intervista a Europa Press, Marc torna su quel giorno: “Il test di novembre non ha funzionato e a Sepang sarà un salto nel buio. Quando proveremo la nuova moto capiremo dove siamo e dove sono gli altri, perché a volte migliori tu ma gli altri fanno meglio”. Di fatto quindi, le indicazioni di Marc sono state ancora una volta radicali. Lui continua a dire di avere grande fiducia nella Honda (“Al cento per cento, proprio come loro hanno in me”) ma è evidente che nel 2023 darà l’ultima occasione ai giapponesi. Tra poco Marquez compirà trent’anni e di tempo per aspettare una moto vincente non ce n’è più.