Francesco Bagnaia e Domizia Castagnini si sposano e lo annunciano con una foto sui social la sera della vigilia di Natale. Così te li immagini dopo una cena, con la città che dorme e festeggia in casa, a fare questo selfie in piazza tra le luci e il silenzio. Ti immagini anche una scommessa: “Vinco il mondiale e poi ci sposiamo”, anche se a luglio (quando i punti da Quartararo erano 66) a domanda diretta Pecco ci aveva risposto che prima di organizzare il suo matrimonio avrebbe dovuto aspettare quello di Luca Marini, che si era già portato avanti con anello e annuncio a Ibiza. Nel frattempo a Pecco è passato davanti anche Jack Miller con la fidanzata Ruby, altra ragazza amatissima dalla regia internazionale della Dorna durante i weekend di gara. E, a fare due conti, nel paddock girano sempre più piloti sposati: i fratelli Espargarò, Maverick Vinales, Alex Rins, Joan Mir e Miguel Oliveira sono soltanto quelli in MotoGP.
Se è così, probabilmente, è perché se fai il pilota nel mondiale devi concentrarti sulle corse, mica sui match di Tinder. Una ventina di weekend di gara, i test e gli impegni con gli sponsor ti tengono occupato per buona parte dell’anno, mentre il resto del tempo devi allenarti e pensare a come andare più forte. Discoteca poca, viaggi in giro per il mondo anche. E se quando torni a casa dopo una caduta la domenica ti trovi solo, le cose possono prendere una brutta piega e avere a fianco qualcuno diventa fondamentale.
Chi è cresciuto col mito dei piloti anni Settanta con più donne che cavalli nel motore dirà che i bei tempi sono andati, che non scorre più il sangue: in pista tutti amici, a casa tutti ammogliati. E invece, quando è necessario, oggi quelli bravi riescono a fare tutto, come in quei due giri a Valencia in cui Bagnaia e Quartararo si sono trovati a risolverla con sportellate vere. Di più: dopo il titolo, quando Agostini e Bagnaia sono stati intervistati assieme, il primo ha detto che il sesso prima della gara l’ha fatto una volta e gli è bastato, mentre l’altro, Pecco, se n’è uscito con una lezione d’eleganza rispondendo che un atto d’amore va sempre bene.
Se prima le corse erano un viaggio, un’ avventura per scappati di casa, adesso tutto è portato all’estremo. E ti vien voglia di sposarti perché non c'è tempo per pensarci troppo, per posticipare. Così fai le corse, sei veloce e ragioni in fretta, sposi questa vita e la tua donna in un colpo solo perché sono la stessa cosa. Vista così, ancora una volta i piloti insegnano qualcosa. Se nei primi Duemila portare la ragazza in pista veniva visto un po' come una distrazione, ora che ci sono il mental coach e il nutrizionista sarà meglio metterci di mezzo anche l’affetto. Perché i numeri della telemetria parlano sempre più chiaro, ma un pilota che fa l’amore prima di scendere in pista riesce ancora ad avere ragione. Alla faccia dell’elettronica.