Parla poco, ma quando lo fa ricorre allo stesso metodo che usava in pista: di traverso e senza guardare in faccia a nessuno. Ospite del Podcast “In corsia di Sorpasso”, Casey Stoner è tornato a parlare della MotoGP di oggi e del mondiale in corso, portando avanti la sua ormai nota battaglia contro l’elettronica sulle moto.
“La verità è che questa generazione di piloti ha perso la sensibilità – ha tuonato Stoner – ho l’impressione che i piloti di oggi non riescano a capire veramente la moto perché ormai hanno a disposizione troppa elettronica, troppi controlli che si mettono in mezzo tra la moto e chi la guida. Diventa impossibile capire veramente se stai preservando come si deve le gomme e se stai sviluppando una moto capace di farti andare forte in ogni circuito”. Insomma, ingegneri che ormai contano più dei piloti, con l’australiano che ricorda le sue battaglie nel box: “Quando ero pilota ho sempre lottato contro i miei ingegneri per liberarmi di quanta più elettronica possibile sia negli allenamenti sia nel corso delle prove libere per cercare di capire davvero cosa stesse succedendo all’interno della moto”. Inseguire l’elettronica piuttosto che puntare sulla sensibilità dei piloti, come un cane che finisce poi per mordersi la coda, con Stoner che individua un colpevole principale. Il colpevole che non ti aspetti: Ducati.
“Oggi si continuano ad aggiungere sempre più elettronica e marchingegni strani e questo è davvero mettere una benda sopra ai problemi veri – ha proseguito Stoner – E’ non cercare davvero di risolvere i problemi interni alle moto, e penso che questo sia qualcosa in cui, principalmente la Ducati, si è fallito nel corso degli anni. E’ il motivo per cui non hanno vinto più campionati finora, indipendentemente dal fatto che lo vinceranno quest'anno o meno. Questo perché continuano ad aggiungere più componenti elettronici. Non è questione di esperienza. Anche perché esperienza è una parola che non mi piaceva quando ero più giovane, soprattutto in Ducati, dove Loris Capirossi aveva esperienza e io praticamente non ne avevo. Pure il mio ingegnere era al suo primo anno come ingegnere capo, ma insieme abbiamo vinto il campionato ed è stato positivo".
Per Stoner, quindi, il rischio è di “allevare” piloti tutti uguali che, a causa proprio dell’elettronica, potrebbero non essere in grado di valutare di volta in volta dove e come adattarsi alle situazioni che si presentano o ai comportamenti delle moto rispetto a particolari circostanze. A proposito di adattamento, dopo Aragon Casey Stoner ne ha anche per Marc Marquez. Non entra nel merito dell’incidente con Fabio Quartararo prima e Takaaki Nakagami poi, ma è chiaro su cosa dovrà fare l’otto volte campione del mondo: cambiare. “Il suo reale problema è più mentale che fisico – dice l’australiano - Per anni io ho guidato con una spalla in uno stato delicato, non delicato come quello di Marquez, ma quando si hanno certi problemi bisogna trovare il modo di rivedere se stessi. Marquez dovrà reinventarsi e dovrà cambiare il suo modo di guidare. Deve pensare in modo diverso: puoi spingere ed essere veloce, ma c'è sempre il fuoco in vista. Nel corso della mia carriera ho imparato ad essere veloce ma con meno rischi e questo di solito mi rendeva più performante. Marc dovrà imparare a guidare in modo diverso e a mettere il corpo in una posizione diversa quando attacca la curva, magari frenare un po' prima, applicare meno pressione in frenata quando si inizia ad entrare, tante cose. Deve adattarsi alla situazione attuale" .