Casey Stoner è il punk. Fuori da ogni regola, sopra ad ogni convenzione, il pilota australiano ha avuto tutto senza mai rinunciare a sé stesso, senza piegarsi al mondo. La sua storia comincia come quella di tanti piloti, eppure è diversa. In Australia corre da bambino, nello sterrato, ed il talento è così cristallino da convincere i genitori a trasferirsi in Europa per fargli correre le gare. In un bus, nomadi, gli Stoner passavano da un paddock all’altro mentre il figlio imparava la guida delle moto da corsa.
Cecchinello racconta di quando andò a parlargli per metterlo sotto contratto ma Casey non aveva nemmeno un cellulare. Glielo regalò Lucio, che per i piloti ha sempre avuto un occhio clinico. Il ragazzo va forte, fortissimo anzi, resta il problema che nel paddock lo chiamano Rolling Stoner, non solo la stampa. Eppure, come diceva un altro grande di questo sport, “puoi insegnare ad un pilota veloce a non cadere, ma non ad un pilota lento ad andare veloce”.
Così è stato, solo che Casey andava molto più forte degli altri. Un altro che lo ricorda bene è Livio Suppo, che racconta di come l'australiano disattivasse il controllo di trazione nelle giornate in cui si sentiva più forte. Dentro, due giri, pole. Girava poco, quasi infastidito da tutto quel lavoro sulla moto, ma nel momento di entrare in pista era spesso imbattibile: Re del Punk. E non stava simpatico a nessuno. Introverso, lontano dagli schermi, primo rivale di Valentino Rossi. Ma lui vince lo stesso, mette tutti a tacere, finché stampa e colleghi smettono di chiamarlo Rolling Stoner. C'è il matrimonio con Adriana all'alba del primo anno con la Ducati ufficiale, 21 anni lui e 18 lei, stavano insieme da quando Adriana ne aveva 12. Nello stesso anno, il 2007, vince il mondiale con una Ducati che per tutti gli altri era ostile e pericolosa.
Poi i mal di pancia e i problemi di cui nessuno sapeva bene nulla, il sorpasso subito a Laguna Seca, la gente che torna a parlare. Casey Stoner passa in Honda e torna a dominare. Ancora una volta velocissimo, immediato, schietto. Il 16 ottobre del 2011, giorno del suo compleanno, vince il GP di casa a Phillip Island ed il titolo di campione del mondo: Imperatore del Punk.
Annuncerà il ritiro l'anno seguente. Impossibile convincerlo a tornare, anche soltanto per una wildcard con Honda prima e Ducati poi, quando la Casa di Borgo Panigale gli offre un contratto come collaudatore ed ambassador del brand. Ha comprato un gregge di pecore e passa le giornate a pescare, ha due bambine con Adriana - Caleya e Alessandra - e vive una vita da pensionato. Ma una qualunque notizia su Casey, dalle moto che tiene in garage al giro che ha fatto in kart, rimbomba per mezzo mondo anche se lui fa tutto il possibile per evitarlo.
L'attitudine di Stoner è la stessa di Diogene di Sinope, il filosofo greco che viveva in una botte: quando l'imperatore Alessandro Magno gli chiese se potesse fare qualcosa per lui, Diogene rispose che si, poteva smettere di fargli ombra. Ecco, questo è Casey Stoner. Un Dio del Punk che oggi compie 38 anni.
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