Durante il GP dell’Algarve il campione Casey Stoner, presente nel paddock, ha ripercorso con Simon Crafar la sua carriera in MotoGP, spiegando come sia stato gareggiare al fianco di Dani Pedrosa.
Come prima cosa, Stoner ha confessato quali fossero i suoi punti di forza, sia dentro che fuori pista: “Probabilmente non ci sono molti punti di forza al di fuori della moto. Se proprio devo individuarlo però dico la mia mancanza di orgoglio. Penso che troppi piloti lo abbiano, quello che chiamo orgoglio, nel senso che non vogliono cambiare. Non vogliono adattarsi, vogliono che la moto si adatti a loro, parlano sempre di 'non si adatta al mio stile, non riesco a trovare un buon feeling'. Ma se una cosa non è successa, falla accadere. C'è sempre un modo per evitare le cose.”
Per poi continuare: “Se hai troppo orgoglio, non sei in grado di imparare o adattarti. Ecco perché sono sempre stato veloce in condizioni insolite. Sono stato in grado di adattarmi rapidamente alle cose. Sono stato il primo ad ammettere ai box di aver commesso un errore invece di dare la colpa alla moto, è questo che mi ha anche permesso di andare oltre a ogni limite” - ha confessato l’ex pilota - “Insomma se hai troppo orgoglio, non sei in grado di imparare o adattarti.”
Durante la chiacchierata l’australiano ha parlato anche dei compagni di squadra e rivali in MotoGP: “Non esistono due piloti uguali, non esistono due moto uguali e non esistono due curve uguali. C'è sempre un modo diverso di affrontare ogni cosa. Ed è proprio questo il bello di questo sport” - ha spiegato – “Jorge Lorenzo aveva molte cose che avrei voluto, di Valentino Rossi avrei voluto l'abilità combattiva” ha confessato.
Tuttavia, la persona che ha segnato di più Casey Stoner nel corso della sua carriera è stato Dani Pedrosa: “Quando sono diventato compagno di squadra di Dani nel 2011 è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, perché gli anni precedenti in Ducati, anche se non voglio essere frainteso, non ho mai potuto guardare i dati dell'altro pilota per sapere come andare più veloce. Con Dani, sempre senza orgoglio, ho potuto vedere cosa era capace di fare in alcuni punti della pista, con la mia stessa moto; è stato in grado di distruggere molte delle mie certezze perché affrontava molte cose in modo diverso dal mio".