Parla poco, ma quando lo fa smuove le montagne e non ha paura di nessuno. Casey Stoner può permetterselo, perché ha dimostrato tutto quello che doveva dimostrare e se ne è andato all’apice della sua carriera, sbattendo la porta verso un ambiente e un mondo che non gli piaceva più. E che adesso gli piace ancora meno: “Non mi piace la direzione che ha preso la MotoGP – ha detto a Max Oxley nell’intervista esclusiva rilasciata per Bike Magazine - Vorrei che tornasse la purezza, invece dell'elettronica che controlla le moto a gas aperto e gli spoiler che controllano l'avantreno. Tutte le moto sono fondamentalmente cloni l'una dell'altra, ed è per questo che si avvicinano così tanto”. Non è la prima volta che lo dice e quale sia il suo pensiero al riguardo è noto. Anche perché lui è stato forse l’ultimo ad affidarsi al polso più che all’elettronica, chiedendo spesso al suo box, sia in Honda, sia in Ducati, di lasciarlo guidare senza troppi interventi dell’elettronica.
Ecco perché oggi Casey Stoner rappresenta un paradosso: lui, paladino della “purezza”, simbolo di un marchio che, invece, ha fatto della tecnologia e dell’ingegneria il suo punto di forza. Ma i rapporti con Ducati sono quelli che sono e Stoner non lo nasconde: “In Ducati non mi rispettavano – ha affermato - Penso che si prendano cura dei piloti sempre peggio. Più e più volte hanno mostrato fedeltà zero ai piloti perché credono davvero di avere la moto migliore. La Desmosedici di oggi, poi, è un vero pugno nell’occhio. Mi piacerebbe vedere il regolamento cambiato in modo da eliminare metà di quello che hanno le MotoGP. Vorrei che non ci fosse bisogno di ali e tutto il resto".
Le critiche, però, non le ha risparmiate neanche ai suoi ex colleghi e ai piloti in attività, affermando che a suo avviso non sono più capaci di adattarsi alle situazioni. Spiegando, così, i risultati altalenanti: “Stravincono in un circuito e scompaiono in un altro – ha detto Stoner – Questo perché le moto sono ormai praticamente tutte uguali e anche i piloti vogliono che tutto si adatti a loro. Ma dovrebbe essere il contrario. Devi dimenticare tutto ciò che pensi di sapere. Devi guidare la moto come vuole lei. Devi soccombere alla moto. Io non avevo un solo stile. Ero più adattabile della maggior parte dei miei colleghi, quindi le condizioni e i circuiti non avevano importanza . Durante le prove cercavo di fare in modo che la moto facesse esattamente quello che volevo, ma alla fine mi sono adattato a quello che avevo e ho fatto la differenza. Penso che molti piloti si adattino solo al loro stile unico e vogliano fare la stessa cosa ogni settimana, ma ogni pista è diversa. Ogni curva è diversa. Quindi devi reagire diversamente”.
Casey Stoner, infine, è tornato anche a parlare della possibilità di risalire in sella e ripresentarsi sotto una bandiera a scacchi. Raccontando di aver ricevuto non troppo tempo fa una offerta incredibile: “Forse sono stato uno stupido a rifiutarla – ha affermato - Ma mi sono chiesto: sei qualcuno che lo fa per amore o qualcuno che lo fa per soldi? Ho guadagnato più soldi di quanto immaginassi, quindi sono contento della mia decisione di rifiutare”. Anche perché di mezzo c’è la sindrome da stanchezza cronica, che debilita il suo corpo e che è stata un colpo durissimo anche per la sua mente: “È stato terribile. Non pensavo che esistesse. Crollavo nel bel mezzo delle sessioni di palestra – ha spiegato - Alla fine mi è stata diagnosticata la sindrome da stanchezza cronica. Ora ho imparato ad accettarlo: non sto attraversando il cancro. È debilitante, ma per me non è la fine del mondo”.